La conferenza di Messina: Il Poz scelto perchè diverso da me, ora siamo più fisici e profondi

La conferenza di Messina: Il Poz scelto perchè diverso da me, ora siamo più fisici e profondi

Proponiamo la trascrizione della conferenza stampa di Ettore Messina al Forum

Proponiamo la trascrizione della conferenza stampa di Ettore Messina al Forum.

SU POZZECCO

Lui ha delle qualità diverse dalle mie. Molto semplicemente. Mio successore? Ho letto che sarei stato presidente con Itoudis allenatore. Se vogliamo iscriverci alle invenzioni, mettiamoci anche questa. Sicuro lo darò molto in pasto alla stampa.

Le sue intemperanze? Credo che siano due posizioni molto diverse le nostre. Le pressioni da capoallenatore non sono paragonabili a quelle di capo allenatore. Il problema non si pone.

SULLA FINALE SCUDETTO PERSA CON LA VIRTUS BOLOGNA

«La squadra secondo me nella fase finale della stagione ha dato tutto quello che poteva dare, soprattutto sotto il punto di vista mentale per arrivare alla Final Four, e giocare alla pari contro una squadra con cui avevamo perso due volte. E’ arrivata ad un tiro dalla finale».

«Siamo tornati con una buona chiusura con il Cska e Venezia, e forse abbiamo pensato che quella stanchezza mentale e fisica fosse superabile anche in finale. Siamo partiti sotto il nostro standard, loro hanno giocato bene vincendo con merito, e lì la situazione è cambiata. Lì l’abbiamo vista in salita: siamo sopravvissuti nel primo tempo, venendo meno nella ripresa».

«La Virtus Bologna, posso dirlo senza offendere nessuno, veniva da una stagione travagliata e si è ritrovata. Noi abbiamo giocato una stagione splendida, dominando anche in Italia, ma sono venute meno le forze. Il dispiacere, la rabbia e l’amarezza di quella finale persa severamente non può farmi dimenticare quanto fatto prima».

«Ripeto, la parte finale non ci è piaciuta, quei dieci giorni non ci sono piaciuti. Così come loro non credo si siano dimenticato degli altri nove mesi, e faranno di tutto per non replicare quei nove mesi. Speriamo che la missione riesca a chi deve migliorare dieci giorni».

SULLA NUOVA SQUADRA

«Credo che la profondità della squadra sia aumentata. Credo che la fisicità della squadra sia aumentata. Credo che la circolazione del pallone sia migliorata. Ci mancheranno altre cose. Come la capacità di Punter di attaccare sul cambio del lungo, e qui lavoreremo su altre soluzioni che credo troveremo. I minuti di qualità che ci hanno offerto Micov e Roll dovranno essere garantiti da altri. L’energia che Zach LeDay ci ha offerto sino allo sfortunato infortunio di Coppa Italia è un qualcosa che gente come Mitoglou e Ricci dovrà garantirci. Però credo ci sia una profondità diversa».

SUL PROSSIMO CAMPIONATO

«Si è rinforzata la Virtus, si è rinforzata Venezia, mi pare che il campionato sia sempre più competitivo e incerto, e questa è una bella cosa».

SU NICO MANNION

«Il suo obiettivo era migliorarsi e cercare di tornare in NBA. Noi sapevamo perfettamente di avere tre stranieri davanti a lui. Difficilmente avrebbe potuto pensare ad una collocazione da noi».

SUL RUOLO DI NICOLO’ MELLI

«Quello che ha avuto al Fenerbahce, al Bamberg, in Nazionale. Un ragazzo che è migliorato costantemente, che può giocare da 4 e da 5 partecipando al gioco e parlando ai compagni con la voce e con l’esempio. Non certo uno che sta solo nell’angolo ad aspettare la palla».

SULLA SCELTA DEL PROSSIMO CAPITANO

«Non abbiamo ancora deciso. E’ un ruolo importante e dunque cosa di cui parlerò con la squadra. Posso solo anticipare che, da buon milanista, non seguirò l’esempio del nostro grande ex allenatore Max Allegri. L’anzianità pregressa farà testo».

SUL 35%

«Credo che fare delle minacce sia un autogol. Forse la strada migliore sarebbe mostrare una grande sicurezza anche col 35% perchè questo potrebbe portare in modalità più rapide all’accoglimento delle nostre richieste».

«Proporre una serrata? Credo non sia fattibile. In primo luogo perchè alcune squadre partecipano alle coppe europee, quindi farebbero una serrata in LBA per poi giocare con il 35% in Europa. Dico che, pur nella doverosità di un certo tipo di pressione che deve essere fatta dalla FIP, dalla LBA e dai nostri club, credo anche che in questo momento per il Governo sia più preoccupato della situazione di Kabul che dello stato di basket e pallavolo. Meglio farsi sentire in modalità più produttive».

SULLE REAZIONI DELLA PROPRIETA’ ALLA SCORSA STAGIONE

«Non sarei qui se non fossero soddisfatti. Potete scriverlo, è stata una stagione molto buona. Se poi qualcuno la pensa diversamente, non sono interessato. Fermo restando ci sia la capacità di comprendere come in quegli ultimi 10 giorni si sia fatto molto male».

SULLA SOSTENIBILITA’ DEL CALENDARIO

«Non ci possiamo fare nulla, di conseguenza l’unica cosa è attrezzarsi e avere più profondità. Sperando che questi 15 giocatori capiscano che in certi momenti devono restare fuori».

«Quest’anno abbiamo un giocatore come Jerian Grant come terzo playmaker, almeno teoricamente. E’ ovvio che, se tutti sono sani, qualcuno deve restare a guardare. Ma averlo risolve situazioni estremamente delicati. La chiave è essere in tanti e sapere di essere in tanti. Cosa che emerge con il tempo».

«Sul calendario non possiamo fare niente. Non possiamo dire in Italia facciamo solo i playoff. Non è nella nostra potenzialità. E comunque per il nostro club è impossibile dire “partecipiamo solo all’EuroLeague”. L’Armani farà sempre il campionato italiano».

SU KALEB TARCZEWSKI

«Gli chiederò di tornare a fare le cose semplici che sa fare. Schiacciare di più la palla, prendere profondità. Abbiamo provato a chiedergli di espandere il suo gioco, usando cose simili a Hines o il tiro da 3/4 metri, ma questo non lo ha aiutato, creandogli insicurezze. Lui deve aiutare noi, e noi allenatori aiutare lui. Mi pare sia arrivato con la sua abituale positività, energia e voglia di spaccare il mondo».

«Certamente per lui il Covid ha influito molto. E’ stato molto difficile per lui e non solo, a maggior ragione per chi era qui senza famiglia».

SUL RITORNO DI SERGIO SCARIOLO

«Una grande cosa per tutto il basket italiano. Un valore importantissimo per la Virtus. Ma non ditemi chi è la favorita, che poi mi accusa di mettergli pressione».

SUGLI ITALIANI ALL’ESTERO

«Si cresce meglio all’estero? Non lo so, ma certamente quando vai fuori sei solo e ti devi svezzare da solo. E’ successo a Nicolò Melli al Bamberg».

SULLE MISSIONI DI QUESTO MERCATO

«Fronteggiare gli eventuali infortuni di Delaney e Rodriguez, acquisire Nicolò Melli per noi era molto importante. Così come Pippo Ricci e Davide Alviti. Per vincere in Italia avere italiani forti è molto importante»

SU DELANEY

«La cosa importante è che lui stia recuperando. Quello che abbiamo visto nel playoff di EuroLeague era il più vicino al Delaney vero. Speriamo di ripartire da quello. Al massimo abbiamo Pozzecco».

SU STEFANO TONUT

«Noi eravamo pronti ad affrontare il tema nel caso in cui il giocatore si fosse potuto liberare. Nel momento in cui questo non è successo, l’opzione non è diventata percorribile».

SUI GIOCATORI-SCOMMESSA

«Le scommesse di quest’anno? Devon Hall, per come lo conoscono i tifosi, è assimilabile a Shields come situazione. Ha avuto una buona stagione al Bamberg sino all’infortunio, potrebbe dimostrare di starci in EuroLeague dal primo momento. Lo stesso Jerian ha ben impressionato all’esordio in Europa. Troy ha grande raggio di tiro, e non essendo mai stato in Europa potrebbe sorprenderci. In Italia Davide Alviti ha le caratteristiche per essere un simil-Gigi».

«Hanno tutti e tre caratteristiche offensive chiare. Bisogna vedere se sapranno stare in campo in difesa, reggere la fisicità in EuroLeague. Ma è questo un po’ l’esame per tutti, lo è stato anche per Shavon».