KAUNAS – Se c’è una “Basketball Town” in Europa oltre a Belgrado questa è Kaunas. In Lituania il basket è ancor più dominante di quanto lo sia in Serbia. È lo sport nazionale con pochissimo spazio per le altre discipline. Lo Zalgiris ha vinto il titolo europeo nel 1999, ha giocato la finale della vecchia Coppa dei Campioni nel 1986 perdendo contro il Cibona Zagabria di Drazen Petrovic. Quella era la squadra tutta lituana, che per accedere alla competizione dovette sbaragliare il CSKA Mosca nel campionato sovietico. Vi giocavano giocatori leggendari del basket lituano, Kurtinaitis, Homicius, Iovaisha e naturalmente il più grande di tutti, Arvydas Sabonis. Il maggiore dei figli di Sabonis, Tautvydas oggi è uno degli assistenti di Jure Zdovc sulla panchina dello Zalgiris. Domantas ovviamente è una star assoluta ormai nella NBA, agli Indiana Pacers. Sabonis si infortunò gravemente nel 1987 e lì cominciò la sua battaglia contro gli infortuni: sarebbe riemerso in tempo per portare l’Unione Sovietica ad un incredibile oro olimpico a Seul nel 1988 dopo un programma di recupero che scatenò qualche polemica perché venne gestito a Portland. I Blazers lo rimisero in piedi sperando di poterlo portare subito nella NBA invece avrebbero dovuto aspettare ancora tanti anni. Una nuova generazione di giocatori lituani sarebbe emersa un decennio più tardi, alla fine degli anni ’90, portando lo Zalgiris a due successi europei consecutivi, la vecchia Saporta Cup conquistata contro l’Olimpia e il titolo assoluto nel 1999 a Monaco di Baviera contro la Virtus Bologna. Era la squadra di Saulius Stombergas, Mindaugas Zukauskas, Dainius Adomaitis tra gli altri, ma in questo caso con l’aiuto di qualche straniero, come Tyus Edney o un altro ex Olimpia, Anthony Bowie. La componente lituana è fortissima anche nella squadra attuale, tra veterani come Mantas Kalnietis, Arturas Milaknis, giocatori emergenti come Marek Blazevic e infine giocatori nel pieno della maturità come il playmaker Lukas Lekavicius o Edgaras Ulanovas. Che Kaunas sia un posto speciale per il basket lo si capisce subito: è l’unica città in cui la squadra può essere accolta all’aeroporto dai media locali o dove i cacciatori di autografi arrivano fino all’hotel. Lo Zalgiris è la squadra di Kaunas, ma ha un seguito nazionale, in tutto il paese. Il protocollo prepartita di EuroLeague non prevede l’inno nazionale prima delle partite, ma a Kaunas lo intonano lo stesso con il pubblico, in modo spontaneo.
L’ARENA – La Zalgirio Arena è stata costruita a partire dal 2008 e completata nel 2011 per ospitare i Campionati Europei. Ha preso il posto della Kaunas Sports Hall costruita prima della Seconda guerra mondiale per ospitare i campionati europei che la Lituania avrebbe vinto. È l’arena in cui ha giocato l’Olimpia di fine anni ’80 quando lottava anche contro lo Zalgiris per vincere il titolo europeo. È un’arena tra le più moderne, belle e funzionali d’Europa che il club controlla direttamente. Può contenere oltre 15.000 spettatori nel suo assetto da basket e in tempi normali per le gare di EuroLeague li occupava praticamente tutti, tutte le volte. Nell’ultima stagione pre-Covid, 2019/20, la media era 14.221 spettatori per partita. L’arena è costruita su un isolotto sul fiume Nemunas, raggiungibile a piedi dal centro. Quindi al tempo stesso è visibile e raggiungibile, sempre illuminata, naturalmente di verde. Il colore verde della squadra è una conseguenza del nome. Zalgiris è la traduzione della parola tedesca Grunwald, che significa foresta verde. Il riferimento è all’eroica battaglia di Grunwald (villaggio che si trova nel nord della Polonia) nel 1410 quando l’alleanza tra la Corona polacca e l’allora granducato di Lituania sconfisse l’ordine teutonico tedesco.
IL RICORDO – Vincere a Kaunas non è mai stato né frequente né tantomeno facile. L’Olimpia ha vinto qui lo scorso anno in una gara determinante per spiccare il volo verso i playoff. In quel momento era uno scontro diretto. L’anno prima la partita di Kaunas fu abbastanza surreale, perché era appena esplosa la pandemia, l’Italia era stato il primo paese europeo colpito e l’arrivo in Lituania aveva suscitato tante perplessità. Di fatto, fu l’ultima partita giocata a porte aperte dell’anno. Una settimana più tardi contro il Real Madrid, l’Olimpia giocò senza pubblico e lo stesso successe poi a Valencia. Infine, il torneo venne interrotto.
TRAVEL NOTES – In Lituania non ci sono più restrizioni dettate dalla pandemia. L’arena è tutta accessibile, ma la situazione di classifica dello Zalgiris non aiuta le presenze, tanto che contro l’Unics Kazan nell’ultimo turno i presenti erano 5.400. Non dovrebbero essere molti di più questa sera, anche perché il martedì non è il giorno perfetto e la temperatura è bassa. L’Olimpia si è allenata alle 11:30 di lunedì al Mediolanum Forum, poi ha lasciato la propria casa a bordo del pullman per spostarsi a Malpensa. Il charter della squadra è atterrato a Kaunas alle 19 locali. La Lituania è un’ora avanti rispetto all’Italia. Tuttavia, il tragitto dall’aeroporto all’hotel non dura più di 20 minuti. In passato, sui voli di linea, era impossibile atterrare a Kaunas, bisognava andare a Vilnius, la capitale, e poi sottostare ad un’ulteriore ora per spostarsi. Fortunatamente, non è più così. La squadra si è allenata alle 12.
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