Nicolò Melli indosserà lo stesso numero che aveva all’Olimpia prima di lasciarla nel 2015. Il nove. La storia del suo numero è nota: inizialmente a Milano giocava con il 18, ma successivamente il 18 venne ritirato in onore del guerriero Arthur Kenney. Nonostante questi avesse manifestato il desiderio che Melli potesse indossarlo fino a quando avesse voluto, per una questione di rispetto verso l’ex campione, Nik decise di abbandonarlo e virare sul 9, ovvero il numero della mamma Julie alle Olimpiadi di Los Angeles 1984. Quando è tornato a Milano, Melli ha trovato il 9 occupato da due anni da Riccardo Moraschini. Ma è stato proprio Ricky a manifestare l’intenzione di “restituirglielo”: “E’ un mio amico – dice Ricky -, era il suo numero, so quanto significhi per lui, ho pensato fosse giusto lasciarglielo”. Moraschini aveva il 24 in Nazionale, in onore di Kobe Bryant, ma quel numero era già stato opzionato da Dinos Mitoglou. Moraschini avrà il 21: “Era il numero di Kevin Garnett, non a Boston quando giocava contro i Lakers, la squadra per cui tifavo nella NBA, ma era il suo numero storico. Ecco perché l’ho scelto”.
Gli altri sette giocatori confermati hanno mantenuto lo stesso numero della stagione passata (Sergio Rodriguez avrà il 13, Kaleb Tarczewski il 15, Paul Biligha il 19, Malcolm Delaney il 23, Shavon Shields il 31, Kyle Hines il 42 e Gigi Datome il 70).
Tra i nuovi Devon Hall avrà il suo storico numero 22: “E’ il numero che hanno indossato tutti i membri della mia famiglia giocando a basket, ad eccezione di mio padre che però giocava con il 44 che è il doppio di 22. Indossando il 22 rappresento la mia famiglia”, dice Hall. Il numero preferito di Dinos Mitoglou era l’8, ma quando si trasferì in America per giocare a Wake Forest notando la tendenza americana di usare i numeri doppi decise di passare al 44 perché la somma delle due cifre dà appunto otto. All’Olimpia 8 e 44 sono numeri inutilizzabili (l’8 è stato ritirato, il 44 è off-limits), quindi ha ripiegato sul 24 “anticipando” Moraschini.
L’indisponibilità del numero 44 ha messo in difficoltà anche Davide Alviti che l’aveva indossato nella stagione magica di Trieste e anche in Nazionale. L’anno precedente a Treviso aveva il 4. La sua scelta è stata la più semplice: ha optato per il 40, lo stesso che a Milano ha indossato Luis Scola. A proposito di numeri indisponibili: Ricci a Cremona giocava con il numero 8, poi a Bologna era passato all’11, ma l’11 a Milano è il numero di Dino Meneghin, ritirato anche quello. Ecco perché ha scelto di giocare con il 17 che ha indossato in Nazionale, anche alle Olimpiadi.
Jerian Grant ha sempre cercato di indossare il 22, ma a Milano è arrivato prima di lui Devon Hall. Quest’estate il figlio maggiore di Grant ha giocato la sua prima partita di basket con il numero 10. Jerian gli ha domandato che preferenze avesse e la risposta è stata: “Gioca con il mio numero, il 10”. Ed ecco com’è maturata una scelta per lui inedita. Non lo è invece quella di Troy Daniels che ha sempre giocato con il numero 30, sin dai tempi del liceo. Alla Fleming High School di Roanoke il suo numero è stato ritirato. Lui se l’è portato dietro a Virginia Commonwealth e poi in ogni tappa del suo percorso NBA.
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