Nicolò Melli, capitano di Olimpia Milano, protagonista nel Media Day Scudetto di casa Olimpia Milano. Ecco le sue dichiarazioni raccolte dalla stampa.
SULLA STAGIONE
«Sempre meglio vincere che perdere, questa è la banalità del giorno. Non era scontato, assolutamente, sia per la stagione che avevamo fatto, che poteva, come dire, portarci un po’ fuori strada, ma soprattutto per l’avversario che avevamo di fronte in queste serie finali. Sono state partite tutte molto equilibrate. Bravi noi a ribaltare subito il fattore campo e poi a tenerlo. C’è grande soddisfazione. Stasera ci ritroveremo in condizioni un po’ migliori rispetto a ieri sera, e condivideremo il tutto meglio».
SUI PROBLEMI DELLO SPOGLIATOIO
«Non è così secondo me. Noi viviamo lo spogliatoio da dentro, non ho mai avuto la sensazione che questo non fosse un gruppo unito. Chi vive con me lo sa perchè ho sempre ribadito questo concetto: c’era un grande valore umano all’interno dello spogliatoio. Mi dispiaceva che non venisse tradotto in risultati. Però il gruppo è sempre stato unito, è sempre stato insieme, abbiamo sempre tutti lavorato e alla fine se abbiamo vinto lo scudetto è anche merito di ciò. Dopo la partita con Trento, sapevamo tutti di avere pesato una macchina… Il giorno dopo eravamo in palestra, tutto era nelle nostre mani, potevamo tranquillamente vincere tre partite di fila. Però dovevamo capire i nostri errori. L’abbiamo fatto in maniera propositiva e da lì abbiamo fatto dei playoff crescendo».
SULL’ABBRACCIO CON SHAVON SHIELDS
«Eravamo contenti, Shavon ha avuto problemi fisici tutto l’anno, ha faticato un po’ a trovare la forma, poi è stato anche gestito durante questi play-off. Lui, pur avendo sangue danese, è molto caldo, lo si vede, è sempre molto emotivo e quindi sapevo che ci teneva particolarmente. Insomma è stato un abbraccio di soddisfazione, di liberazione: eravamo contenti di essere ancora una volta lì in mezzo al campo a festeggiare insieme».
SULLA COPPA A KYLE HINES
«Kyle, insieme a Chacho e a Gigi, ha cambiato un po’ quella che poteva essere la percezione di Olimpia Milano in Europa. Chacho aveva alzato la Coppa del primo scudetto, Gigi l’anno scorso ha vinto questo MVP immeritato (battuta, ndr), mi sembrava giusto che Kyle potesse avere anche lui questo momento. Non so quali saranno le sue decisioni, non ho idea di cosa potrà o meno fare, però mi sembrava giusto che nel corridoio del Forum ci fosse una foto di lui con la Coppa in mano».
SUL FUTURO
«Battute a parte, non so quello che sarà. Adesso non è neanche giusto parlare di questa cosa. Abbiamo vinto ieri sera uno scudetto dopo una stagione molto lunga. E’ giusto godersi un attimo il momento, altrimenti rischi veramente di far passare tutto troppo velocemente. Mai dare per scontato uno scudetto. Ci fosse qualcosa lo direi, adesso non c’è nulla, non c’è niente da dire».
SUL FLUIDO DI LUNGA VITA
«La chiave per me è allenarmi. Ho la fortuna di avere una moglie e una figlia a casa che sanno assolutamente qual è la mia priorità, e quindi mi sostengono nel giusto recupero a casa. Mentalmente a volte non è facile, tanto è vero che ho avuto momenti in questa stagione dove ero sicuramente poco brillante, però ho avuto compagni di squadra straordinari, amici, familiari sempre dalla mia parte. Finché il corpo sta tutto attaccato, finché tutti i pezzi sono uniti, io vado, poi mi dovrò fermare».
SULLE LBA FINALS 2024
«Vincere gara-1 ha cambiato, anche psicologicamente, tutta la serie. In più secondo me gara-2 loro l’hanno meritatamente vinto, ma l’abbiamo buttata via noi dopo aver creato un buon vantaggio. Io avevo chiesto a Ettore di marcare Shengelia per due motivi. In primo luogo perchè lo ritengo un grandissimo avversario, poi perché, essendo molto pericoloso in attacco, permetteva a Nikola di essere un po’ più riposato nella metà campo offensiva dove è straordinario. Ha funzionato, è andata bene. Però ci sono state tante altre chiavi, da Tonut su Belinelli, dalle prestazioni di Napier, Flaccadori, Hines, Voigtmann».
SUL RAPPORTO CON MESSINA
«La crisi è al settimo anno… A volte il nostro rapporto è stato anche distruttivo, però secondo me la cosa che entrambi vogliamo è il bene di questa società, di questa squadra. Lui ha le sue idee, io ho le mie idee, tutti noi abbiamo idee, delle volte sono uguali, delle volte sono diverse. Lui fa capire molto le sue idee, e io non sono uno che sicuramente si tira indietro. Ma tutto è finalizzato per il bene della squadra, per il risultato comune, perché alla fine non vinco solo io, non vince solo lui, ma vinciamo tutti insieme».
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