Nicolò Melli, da Belgrado capitano di Italbasket, carico per Tokyo dalle colonne de La Gazzetta dello Sport.
SULLA MADRE OLIMPIONICA
«Da bambini si sogna sempre in grande, ora devo cercare di battere mamma, sarebbe qualcosa di straordinario, ma già esserci e far parte di questo gruppo è bellissimo. Mi ha fatto vedere la medaglia una sola volta e per caso, non è tipa da farsi pubblicità… Mi ha detto di godermi quest’evento che è unico, anche se rispetto ai suoi tempi molte cose sono cambiate, però lo spirito direi che è sempre lo stesso. Non vedo l’ora di entrare nel villaggio olimpico».
SULLA FINALE DEL 2004
«E chi se la dimentica quella finale contro l’Argentina. Avevo13 anni e vidi la partita a casa di una compagna di classe. Mi presentai con la canotta del riscaldamento dell’Italia… Ora vediamo cosa succede, però vorrei ringraziare Abass e tutti i compagni perché sono capitano di questa squadra da appena venti giorni e sto facendo un figurone incredibile. Questo è un gruppo straordinario, anche perché è uno dei più noiosi della storia dello sport. Niente teste calde, siamo tutti o fidanzati o sposati con figli, insomma un disastro… Dobbiamo continuare a portare in campo la stessa energia e la stessa faccia tosta di Belgrado, speriamo che quella di Tokyo si tramuti davvero in un’esperienza indimenticabile».
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