Nico Mannion, reduce dal grande esordio con la Pallacanestro Varese, si racconta al Corriere dello Sport. Ecco alcune sue dichiarazioni.
«La cosa più importante è stare in campo ed avere la possibilità di sbagliare. Devo sentire forte la fiducia del club dove gioco, dello staff che mi allena, dei tifosi. Se accade, riesco ad andare in campo con maggior fiducia in tutto quello che devo fare. A Pesaro l’inizio non è stato ottimo. Ho perso sette palloni. In altre occasioni sarei finito in panchina e se ne sarebbe riparlato, forse, nella partita dopo. Invece coach Bialazewski mi ha dato ancora minuti ed è uscito fuori quell’ultimo quarto che ci ha consentito di vincere la prima gara da quando sono arrivato a Varese».
«Ho avuto poco spazio, ne sono cosciente. E per crescere e migliorare io ho bisogno di mettere assieme minuti in campo, non di stare in panchina a guardare. Però ho giocato in due club prestigiosi, allenandomi con compagni fortissimi che mi hanno insegnato tanto, sul parquet e fuori. A Bologna ho avuto accanto Belinelli e Teodosic, un concentrato di tecnica ed esperienza. Il loro esempio mi ha aiutato a crescere».
«Non ci voglio pensare, non mi pongo la scelta della strada da imboccare davanti al bivio NBA o Europa. L’importante è essere felice. E lo sono se gioco, se ho minuti, se posso essere protagonista. Devo migliorare in tante cose: difesa sul pick and roll, aggressività. Chiedo continuità e per averla curo tutti i dettagli tecnici e non solo. Anche dieta e stretching. Ho una carriera di fronte che vorrei fosse più lunga possibile».
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