I New York Knicks escono con le ossa rotte dalla sfida contro i Cleveland Cavaliers, subendo un pesantissimo 142-105 che rappresenta la peggior sconfitta dell’era Tom Thibodeau. Un KO che non solo ha acceso il dibattito tra tifosi e analisti, ma ha anche messo a nudo i limiti della squadra quando si trova di fronte ai top team della NBA.
Crollo totale: Mitchell e Mobley dominano
Sin dall’inizio, i Knicks sono stati travolti dall’intensità di Donovan Mitchell ed Evan Mobley. Mitchell ha chiuso con 27 punti, scatenandosi nel finale del primo tempo con una serie di triple che hanno spezzato la partita. Mobley ha aggiunto 21 punti, dominando sotto canestro contro una difesa di New York che non è mai riuscita a contenere l’attacco dei Cavs.
Per i Knicks, Jalen Brunson (26 punti) e Karl-Anthony Towns (23 punti) hanno provato a tenere in piedi la squadra, ma senza mai dare la sensazione di poter cambiare l’inerzia della partita. OG Anunoby è tornato in campo dopo un lungo stop, ma la sua prestazione (5 punti in 27 minuti) è stata lontana dal suo standard abituale.
I Knicks crollano contro le big: un campanello d’allarme?
Il dato più preoccupante è che questa non è una sconfitta isolata. New York è ora 0-6 contro le migliori squadre della NBA: Cleveland, Boston e Oklahoma City, gli unici team con un record migliore. Un trend che sta facendo sorgere dubbi sulla reale competitività della squadra in ottica playoff.
Sui social, il sentiment è negativo. Molti tifosi accusano i Knicks di battere solo squadre inferiori e di crollare contro le élite della lega, mentre la difesa, tradizionale punto di forza delle squadre di Thibodeau, è sotto accusa. L’aggressività e la durezza viste nelle scorse stagioni sembrano mancare, e prestazioni come quella contro i Cavs evidenziano problemi strutturali.
Thibodeau: “serve più durezza mentale”
Nel post-partita, Thibodeau ha provato a spiegare il crollo:
“Non puoi mollare, e questa è la cosa più importante. Devi avere la durezza mentale per superare questi momenti. Serve più risolutezza, soprattutto in trasferta contro squadre di questo livello.”
Parole che sembrano quasi un appello alla squadra per ritrovare quella mentalità da battaglia che li ha caratterizzati nelle scorse stagioni.
Stephen A. Smith: “i Knicks mi hanno fatto venire la nausea”
Anche i media non sono stati teneri. Stephen A. Smith, storico tifoso dei Knicks e analista di ESPN, ha espresso il suo disappunto senza mezzi termini:
“Three hours of my life that I could never get back. It’s just a very, very bad, nauseating feeling right now. To be honest with you, the Knicks made me wanna throw up.”
Stephen A. Smith after the Knicks were walloped 142-105 by the Cavs.
They are now 0-6 against CLE/OKC/BOS. pic.twitter.com/OegcCTrshe
— Awful Announcing (@awfulannouncing) February 22, 2025
“Tre ore della mia vita che non riavrò mai indietro. È stata una prestazione pessima, nauseante. Onestamente, i Knicks mi hanno fatto venire voglia di vomitare.”
Prossima fermata: Boston, un test cruciale
Ora per i Knicks arriva un’altra prova durissima: i Boston Celtics, miglior squadra della Eastern Conference. Un’altra prestazione negativa potrebbe aumentare ulteriormente la pressione su Thibodeau e il suo gruppo.
A questo punto, i Knicks sono a un bivio: possono usare questa batosta come stimolo per migliorare, oppure rischiano di confermare la narrazione che li vuole forti contro i deboli, ma fragili contro le grandi. La prossima partita dirà molto sulla loro vera identità.
Commenta
Visualizza commenti