Una prestazione totale, sia in attacco che in difesa. È raggiante Neven Spahija nel post-partita, dopo il largo successo della sua Reyer Venezia contro una Trieste reduce da un’ottima striscia offensiva: “È stata davvero una festa di pallacanestro. Abbiamo fatto tantissime cose buone, perché vincere contro una squadra come Trieste non è affatto facile: hanno molto talento e tanti punti nelle mani.”
L’allenatore croato sottolinea l’efficacia del piano partita: “L’avevamo preparata bene, come sempre, ma stavolta il game plan ha funzionato. Prima della gara avevo detto ai ragazzi: possiamo segnare quanto vogliamo, ma la nostra identità deve essere la difesa. Questo non è l’NBA. Contro Brescia abbiamo segnato 89 punti e perso, perché non abbiamo difeso.”
Venezia ha chiuso con 103 punti segnati, 113 di valutazione, 56 rimbalzi e solo 5 tiri liberi segnati. “Tutti e 12 i giocatori sono andati a segno. Non posso chiedere di più. Ma ora dobbiamo rimanere umili e continuare a lavorare duro.”
Sulla gestione del vantaggio: “Non è normale vincere di 30 contro una squadra forte e ben allenata come Trieste. Non abbiamo giocato sempre come vorrei, ma in ogni errore offensivo c’è stata una buona risposta difensiva.”
Infine, un appunto su un dettaglio tecnico nel finale: “Mi sono arrabbiato con Moretti e Tessitori per la gestione dell’ultimo possesso. È già successo altre volte. Dobbiamo imparare che l’ultimo tiro, in vantaggio, deve essere nostro. Ho esagerato nei toni, l’ho detto anche a lui: sono ragazzi splendidi, devo spiegarmi meglio.”
Spahija chiude con una riflessione chiara: “Oggi è andato tutto bene, ma la stagione si gioca nella continuità. E noi dobbiamo ancora dimostrare tanto.”
Commenta
Visualizza commenti