La NBA ha recentemente distribuito alle squadre e a selezionati membri dei media un report analitico che smentisce l’esistenza di una correlazione tra la gestione del carico di lavoro dei giocatori (conosciuta come “load management”) e una riduzione del rischio di infortuni. Questo report rappresenta l’ultima fase di un lungo dibattito sul concetto di load management.
Joe Dumars, vicepresidente esecutivo delle operazioni di basket NBA, aveva già dichiarato lo scorso ottobre l’assenza di tale correlazione, posizione successivamente confermata dal commissario Adam Silver in una conferenza stampa.
Il report di 57 pagine, redatto da Dr. Christina Mack, epidemiologa e chief scientific officer presso IQVIA Injury Surveillance & Analytics, analizza dati di un campione decennale (dal 2013-14 al 2022-23), concentrato su un gruppo di 150 giocatori “di livello da titolari” per stagione. Questi includono All-Star degli ultimi tre anni, le prime 10 scelte del draft stagionale e i giocatori con più minuti giocati nella stagione precedente che non rientrano nelle precedenti categorie.
I risultati sono chiari: “Le analisi non suggeriscono che saltare partite per riposo o gestione del carico di lavoro – o avere pause più lunghe tra le partecipazioni alle partite – riduca il rischio futuro di infortuni in stagione”, si legge nel report, che sottolinea anche come i tassi di infortunio non risultino più elevati durante o immediatamente dopo periodi di calendario denso.
Il report evidenzia inoltre un aumento significativo delle assenze per singole partite tra i giocatori di primo piano nell’ultima decade – da 169 nel 2014-15 a 380 nel 2022-23 – con un corrispondente picco degli infortuni stagionali.
Questa pubblicazione arriva in un momento in cui si discute molto sul riposo dei giocatori stellari. Negli anni ’80, i giocatori di spicco mancavano in media 10,4 partite a stagione, numero che è salito a 23,9 in questo decennio. Dave Weiss, vicepresidente senior della NBA per le questioni dei giocatori, ha osservato che questa crescita può essere in parte attribuita agli infortuni, ma che le assenze per singole partite sono aumentate di circa cinque volte in questo lasso di tempo.
In sintesi, il report stabilisce che la gestione del carico di lavoro non conduce definitivamente a una maggiore salute dei giocatori, in linea con le affermazioni di Dumars e Silver. La scienza e i dati medici in merito rimangono “contrastanti”, ponendo domande sulla reale efficacia di questa pratica nel prevenire infortuni.
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