Una serie inedita, una finale affascinante e uno scontro di sicuro non pronosticato a inizio regular season: i Denver Nuggets, prima forza della Western Conference, che affrontano i Miami Heat – che ai playoff non dovevano neanche esserci e che invece, un tassello alla volta, hanno eliminato tutte le big dell’Est andandosi a prendere l’occasione di conquistare il quarto anello della storia della franchigia. I favori del pronostico però pendono dalla parte della squadra del Colorado, come raccontato dall’analisi di Betwayinsider e indicato anche prima che si alzasse la prima palla a due della serie. Una finale che pone dei duelli interessanti, suggestivi e che in alcuni casi vanno anche al di là dei ruoli ricoperti sul parquet: se siete appassionati e seguite le statistiche legate alle scommesse NBA, ma anche appassionati e basta, venite con noi a dare un occhio ai principali testa a testa della serie.
Nikola Jokic contro Jimmy Butler, stelle (diverse) a confronto
Tra il centro eclettico arrivato dalla Serbia e pronto a cambiare il gioco e il ragazzo di strada americano senza famiglia letteralmente “salvato” dalla strada grazie alla pallacanestro, i punti di contatto paiono davvero pochi. Ma uno c’è e sta nel loro essere non convenzionali, nel dare peso molto alla forma e poco alla sostanza. A distanziarli al momento è soprattutto la parabola delle loro carriere: per Jokic infatti le NBA Finals di questa stagione paiono il compimento di un percorso di crescita costellato da due premi di MVP (col terzo in fila sfiorato), sorretto e sostenuto finalmente da un gruppo – senza infortuni – che riesce a tenere il suo passo. Dall’altra invece Butler sta lottando per garantirsi un’altra opportunità, per darsi una speranza di conquistare un titolo NBA che manca a una carriera in cui non è mai venuto meno nei momenti importanti. Lo spessore e il valore specifico però sulle dinamiche della serie pare evidente: le partite vanno dove decide Jokic, un giocatore che devi sperare non ti batta perché non puoi pensare di dover arginare.
Jamal Murray contro Bam Adebayo, comprimari con la libertà di colpire
Chi invece è riuscito a togliersi le più grandi soddisfazioni in questa stagione finora è stato Jamal Murray, che aveva un obiettivo primario fondamentale ancor prima di allacciarsi le scarpe per scendere sul parquet a inizio regular season: dimostrare di essere ancora un professionista dopo infortuni e mesi d’assenza che rischiavano di minarne la tenuta fisica. Le cose sono andate per il verso giusto, anzi: Murray è tornato a essere l’All-Star che conoscevamo, in grado di lasciare il segno anche ai playoff – sfruttando al meglio i “cioccolatini” che Jokic è sempre pronto a regalargli. Discorso diverso invece per Bam Adebayo, accusato dai critici di essere un giocatore che nel momento cruciale tende a scomparire, che quando la palla pesa e scotta evita il più possibile di toccarla. L’occasione è ghiotta quindi anche per lui, per provare a dimostrare il contrario, ma contro un avversario scomodo come Jokic non è un compito per nulla semplice.
Mike Malone contro Erik Spoelstra, la prima volta contro l’esperienza
Se nel bilancio dei singoli giocatori e in quello generale del gruppo sul parquet la bilancia sembra tendere dalla parte di Denver, c’è un aspetto su cui Miami sa di poter contare e di essere avvantaggiata: l’esperienza, in modo particolare quella espressa dallo staff tecnico guidato da Erik Spoelstra – ormai l’uomo di riferimento della cultura degli Heat, in grado di compiere l’ennesimo miracolo della sua carriera e pronto a far pesare le sue conoscenze e la sua abitudine a certi palcoscenici anche contro coach Mike Malone, che invece alla Finals non c’era mai arrivato. L’allenatore di Denver ha curato con attenzione la sua squadra e il suo Jokic e ora spera di raccogliere i frutti di un lavoro che negli ultimi otto mesi è apparso come il più virtuoso dell’intera NBA.
Commenta
Visualizza commenti