Miroslav Raduljica, nessun viaggio sulla Route 66: Sono ancora un giocatore

Miroslav Raduljica sorprende ancora una volta tutti. E sul sito mozzartsport smentisce il viaggio negli USA definendosi ancora: «un giocatore in attività»

Miroslav Raduljica sorprende ancora una volta tutti. E sul sito mozzartsport smentisce il viaggio negli USA definendosi ancora: «un giocatore in attività».

Raduljica sulla Route 66: sì o no?

Nei giorni scorsi vi abbiamo riportato la bizzarra storia di Miroslav Raduljica, corteggiato dalla Stella Rossa ma pronto a partire per un viaggio sulla Route 66 alla guida di un camper in compagnia della storica band balcanica “Yu Grupa”.

Niente di azzardato. A raccontarlo sui media serbi era Zivorad Jelic, fondatore del gruppo con suo fratello al principio degli anni ’70: «Ci andremo a fine settembre con alcuni amici. Tra loro c’è un giocatore di basket, Miroslav Raduljica, che guiderà un grande camper. Da ragazzo voleva fare il camionista, quindi il suo sogno sarà in parte soddisfatto. Noi ci muoveremo in moto».

Mozzartsport, nella convinzione che per Miro fosse la fine della carriera, lo contatta trovandosi di fronte ad un’altra versione: «Non leggo molto i giornali, sono stato avvisato da amici. Andrò sicuramente negli USA in futuro, ma non prima di chiudere la mia carriera. Che è ancora in corso».

Eppure Jelice pensava diversamente: «L’idea è certamente nata come un qualcosa a cui avrei partecipato. Ma dipende dal periodo. Se arriva ora, o in primavera, di certo non potrò andarci. Non succederà prima della fine della mia carriera».

Il viaggio sarebbe a fine settembre, quindi discorso chiuso: «Ho anche letto che avrei detto no a Partizan e Stella Rossa per questo viaggio. Ma non metterei mai una cosa personale davanti alle proposte dei club».

Insomma, niente viaggio: «Mi alleno ogni giorno più che mai. Non sono mai stato in una forma migliore. Forse contano età ed esperienza, sono una persona più matura, pronta a nuove sfide. Attendo l’occasione giusta».

Verrebbe da chiedersi cosa mai abbia capito Jelic: «Mi ha dato fastidio che si stesse creando una situazione di questo genere – conclude Raduljica – Perché i media che l’hanno scritto non si sono ricordati di venire a filmarmi mentre mi alleno o di intervistarmi sulle offerte che ho, che accetto o meno? Estraggono dal contesto una delle più grandi leggende della musica della nostra regione. Le sue parole provengono dalle migliori intenzioni perché anche lui è felice, come me, se si realizza quell’idea di partire insieme. Rispetto Zika come amico e musicista e non posso avere niente contro di lui, perché non voleva dire niente di male».