Dopo il lungo infortunio (due mesi di stop) alla caviglia domenica scorsa Michele Vitali è tornato a disposizione di coach Walter De Raffaele raccogliendo 13 minuti nel match vinto dall’Umana Reyer Venezia contro Pesaro. L’esterno oro-granata ha presentato il match contro l’Olimpia Milano.
“Una partita che non ha bisogno di presentazioni. Giochiamo contro Milano quindi è sempre una partita affascinante nonostante loro siano già matematicamente secondi. Una sida che ha sempre il suo fascino e le sue difficoltà: sarà sicuramente una partita fisica ed intensa. Dobbiamo guardare solo a noi stessi perché per è una partita che vale il quarto posto matematico indipendentemente da cosa faranno gli altri. Questa deve essere la mentalità che dobbiamo avere nell’essere concentrati sui noi stessi senza pensare agli altri”.
Come sta a livello di condizione? A Pesaro ha fatto una buona partita nonostante il minutaggio limitato.
” E’ chiaro che i due mesi fuori si fanno ancora sentire. Sto rincorrendo la condizione, devo essere bravo e avere pazienza nel ritrovare il ritmo e nel fare le cose in cui adesso faccio un po’ più fatica. Sono sicuro di riuscirci e sento la fiducia dei compagni e di tutto lo staff. Devo cerare di stare tranquillo e fare quello che mi viene chiesto. A Pesaro il minutaggio limitato era concordato con lo staff per cercare di rimettermi un po’ in moto. Secondo me – come dicevo prima – devo essere bravo e avere pazienza nell’accettare il momento che sto attraversando. Fortunatamente ci sono queste settimane per allenarsi e presentarsi al meglio per il finale di stagione”.
L’ultimo infortunio è avvenuto nella seconda partita di qualificazione per i mondiali contro L’Islanda?
“Purtroppo si. Probabilmente in quella partita c’è stata la parte più forte della lesione, visto che mi sono rotto il legamento della caviglia, poi ho provato a recuperare per la partita di Trieste ma non c’è stato nulla da fare”.
Come ha vissuto questi due mesi d’infortunio in cui non ha potuto giocare con i compagni?
“Ho cercato di viverli nel modo migliore cercando di concentrami su quello che potevo fare. Ho sfruttato il periodo per lavorare sul resto del corpo e per provare a recuperare il prima possibile cercando di non impazzire perché purtroppo sono cose che capitano e non ci puoi fare niente. Questo era l’unico modo intelligente per vivere questa situazione e quindi ho lavorato con Renzo Colombini e gli altri preparatori”.
Come ha visto e percepito la crescita dei compagni?
“Per me è stato un segnale forte che ho vissuto molto bene. E’ inutile nascondersi, nella prima parte della stagione abbiamo vissuto un periodo difficile e quindi non era facile reagire. Aver dimostrato di saper reagire è una cosa importante perché fa capire la solidità che c’è tra di noi: giocatori, staff e società. Secondo me in un momento di difficoltà è molto semplice sciogliersi del tutto e invece la nostra reazione è stata un segnale importante e non scontato”.
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