Max Menetti, coach della UNAHOTELS Reggio Emilia, parla con la Gazzetta dello Sport del rapporto tra Kobe Bryant e Reggio Emilia, dove ha vissuto al seguito del padre Joe dal 1989 al 1991.
“L’amore di Kobe per Reggio era legato ai valori del nostro territorio: siamo ambiziosi ma legati alla terra. Siamo accoglienti con calore ma senza invadenza. Quando tornava, poteva passeggiare in via Emilia o prendere un caffè, senza problemi. Magari qualche ragazzo gli chiedeva un selfie, poco di più”.
“La nostra è una terra con un’anima contadina. E la nostra società ha una visione che va al di là dell’oggi. Sappiamo seminare, coltivare, avere pazienza. Dicono che Reggio sia provinciale, invece è ambiziosa ma con quei valori che piacevano anche a Kobe. Difficile è poi trasferirli ai giocatori che vanno in campo”.
“Kobe per noi era un ragazzo come un altro, ma soprattutto era il figlio di Joe”.
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