Lele Molin parla con la Gazzetta dello Sport prima del debutto da head coach della Dolomiti Energia in LBA, previsto domani contro Pesaro.
Sulla scelta di accettare il nuovo ruolo, dopo una carriera trascorsa in gran parte da vice.
“Il mantra del club è quello di progettare un percorso puntando sulle persone, quindi io mi sono sentito responsabile della situazione
tanto quanto Nicola di cui ero il primo collaboratore e legato da una profonda amicizia che risale ai tempi di Cantù. Così mi sono chiesto: perché accettare se anch’io ho le mie colpe? Due riflessioni mi hanno convinto: la squadra vive un momento in cui non esprime il suo reale valore ed ha quindi le competenze per uscire da una situazione complessa. Dall’altra mi sono sentito addosso la responsabilità verso persone che mi hanno dato credito in questi anni, mi sono sentito in dovere di non tradire la loro fiducia”
Il rapporto con Ettore Messina
“Ho passato più tempo con lui che con mia moglie…Un precettore. Avrebbe potuto insegnare in qualunque campo. Un uomo dalla straordinaria capacità di analisi e sintesi. Una personalità ricchissima. Ricordo quello che gli disse Gilberto Benetton: ‘Lei ci rende migliori’
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