Si è tenuta questo pomeriggio la conferenza stampa di presentazione di Massimo Bulleri, nuovo allenatore della Pallacanestro Openjobmetis Varese.
Queste le prime parole di coach Bulleri:
«Prima di iniziare ci tengo ad aprire una piccola parentesi relativa al recente passato e per questo ringrazio Ravenna che dopo il fallimento di Avellino mi ha dato un’opportunità senza la quale oggi, forse, non sarei qui. Grazie al presidente, al GM e, soprattutto, al mio ex capo allenatore Massimo Cancellieri, che è stato, è e sarà sempre un mio grande amico. Parlando del presente, invece, ci tengo a ringraziare Toto Bulgheroni, Andrea Conti e tutto il mondo Pallacanestro Varese. Ci sono stati miei ex allenatori che mi hanno contatto e mi ha fatto strano avere la loro etichetta; spero di raggiungere il loro livello, anche se, per ovvi motivi, ci vorrà tempo. L’eredità tecnica che ho ereditato nella gestione della squadra è molto importante e cercherò di mettere sul campo il mio bagaglio di esperienze. Voglio che la squadra abbia una grande aggressività, spirito di sacrificio e di competizione, che è il modo principale per poter legare la squadra con questa città e questa tifoseria. Cercherò di mantenere ciò che già c’è e che assomiglia a ciò che vorrei fare. L’altra sera contro Cantù ho visto una squadra che ha lottato fino in fondo; una squadra viva e combattiva. Nel primo discorso ai ragazzi non ho parlato però di quella partita; ho preferito aprire con loro un canale comunicativo sotto diversi argomenti, soprattutto morali, spiegando cosa vorrò da loro. Il rispetto sarà la parola chiave nel rapporto con i miei giocatori. Quando è nata in me la voglia di fare l’allenatore? È una cosa che ho sempre coltivato; con il tempo ho avuto modo di maturare la convinzione che fosse la scelta giusta per me. Fare questo lavoro implica scelte di vita, di tempo e familiari importanti, non comuni. Ho studiato tanto, ho studiato a fondo, dal vivo e sulla carta stando seduto e sentendo gli altri parlare. Scola? Da giocatori ci siamo incrociati tantissime volte; aver calcato quei parquet crea un assonanza naturale unica nel suo genere».
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