Il CEO di EuroLeague Marshall Glickman, di passaggio in Israele, ha concesso una bella intervista al portare locale walla, sempre molto informato sulle questioni di EuroLeague. Ecco alcuni passaggi, in cui si torna su temi molto caldi già raccontati a queste frequenze la scorsa settimana.
SU UN NUOVO FORMAT
«Dobbiamo ingrandire la lega. Non ho una formula magica, ma 18 squadre non sono abbastanza. Abbiamo più squadre che vogliono entrare rispetto ai posti disponibili. Mi piace il sistema Round Robin con gare di andata e ritorno, e amo le Final Four. Forse dovremmo valutare più turni playoff».
SU PARIGI E LONDRA
«Credo che Londra e Parigi faranno parte dell’Euroleague in futuro. Cinque anni fa abbiamo condotto uno studio con la società ‘Deloitte’ e abbiamo visto che è possibile espandere il mercato in Germania, Francia e Inghilterra».
SU DUBAI
«Nella prossima stagione non ci sarà una squadra di Dubai in EuroLeague. Abbiamo avuto molte conversazioni con loro, già da due anni, e il tema ci interessa. Se riusciamo ad arrivare a questo, avverrà solo dopo una valutazione e una pianificazione. È una situazione diversa e speciale. Pensa, ad esempio, alla logistica: se ci si impiega quattro ore per volare a Tel Aviv, allora servono sette ore per arrivare a Dubai… non è semplice. C’è un mercato che sta crescendo, ci sono soldi e c’è un’enorme arena, ma non c’è storia e tradizione, non c’è lega e non c’è ancora una squadra. Vogliamo vedere il basket crescere un po’ lì».
SUL RITORNO DELLE SQUADRE RUSSE
«Non prima della fine della guerra. Seguiremo le decisioni del Comitato Olimpico Internazionale e degli altri grandi organismi e agiremo di conseguenza».
SUI RAPPORTI CON LA FIBA
«La nostra apertura è che vogliamo che i grandi giocatori siano anche in Nazionale. Ora la domanda è come organizzare i calendari, è la sfida principale e non è facile. Ci sono partite nei campionati europei e nelle leghe locali, e ci sono le coppe delle nazioni. A proposito, so che in NBA stanno per prendere l’idea della coppa e fare qualcosa di simile. Anche la questione dell’EuroLeague e della Champions League deve essere risolta. Qual è la risposta a tutto ciò? Non lo so. So solo che c’è disponibilità».
SUL FUTURO
«Ho parlato più volte con Tony Parker, presidente Asvel. Non è passato così tanto tempo da quando si è ritirato, e offre una prospettiva diversa. Quando qualcuno si lamenta dei doppi turni, lui risponde che non ce ne sono abbastanza. Chiede perché non giocare come in NBA».
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