«Ne ho parlato anche con lui, ma non mi sembrerebbe corretto intervenire. Non è una questione Campazzo gioca o non gioca, è un discorso più ampio» così Marshall Glickman, CEO di EuroLeague, chiude la vicenda Campazzo emersa in questi giorni.
In un’intervista concessa a basketnews, il dirigente è stato chiaro: «C’è un sindacato giocatori e c’è un accordo-quadro. Il tema principale era il rispetto dei contratti. Nei modi e nei tempi. E questo è stato un passaggio chiave dell’accordo quadro».
Da qui il Panel di controllo: «Che è totalmente autonomo, e composto da tre avvocati che non hanno collegamenti sportivi. Ribadisco, sono autonomi e indipendenti. Hanno preso una decisione. Sono giunti alla conclusione che il club non avesse fornito alcune informazioni necessarie. Intanto hanno potuto registrare giocatori, e questo potenzialmente gli ha dato un vantaggio competitivo che altrimenti non avrebbero avuto».
E Glickman può intervenire in un solo modo: «Con l’amnistia. Facendo praticamente in modo che nulla sia successo. Ma non mi è sembrato un intervento corretto in questo caso, visto anche quello che si cerca di fare per l’integrità del sistema».
Discorso quindi chiuso: «Tutti vorremmo Campazzo in campo, l’ho scritto anche a lui dopo aver ricevuto dal giocatore una mail molto rispettosa. Mi spiace, ma qui la questione non è “Campazzo gioca o non gioca”. Non c’entra nulla».
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