Dopo un canestro in Serie A atteso 1.147 giorni, Marco Ceron si racconta sul Corriere di Bologna.
SUL CANESTRO
«Per me vale molto, anche se per altri magari è stato solo un canestro. È stato come mettere uno stop a un lungo digiuno e alle sofferenze che mi hanno accompagnato in questi anni. Un punto di ripartenza per il quale magari bastano piccole cose che però dentro di me sono significative».
SULLE DIFFICOLTA’
«Brescia è una città che mi ha sostenuto, poi la mia famiglia, la mia fidanzata, gli amici: non mi sono mai sentito solo. È stata dura non trovare squadra fino a gennaio 2021, quando mi ha chiamato Mantova. Quando mi sentivo a posto ma non avevo l’ok per tornare a giocare c’era speranza, quando sei a posto e non ti viene data l’opportunità ti butti giù. Non mi voleva nessuno. Quello è stato il momento più duro».
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