La mano del campione dietro il successo in volata della propria squadra in quella che è stata la partita di cartello nel weekend. Marco Belinelli (Virtus Segafredo Bologna) ha conquistato i premi di miglior giocatore e di miglior italiano del ventesimo turno di campionato; la sua prestazione gli ha permesso di mettersi alle spalle Gerald Robinson (Banco di Sardegna Sassari), Matteo Spagnolo (Dolomiti Energia Trentino) e Guglielmo Caruso (Openjobmetis Varese).
Poco meno di tre settimane per vederlo spegnere le trentasette candeline, non ci sarebbe da stupirsi se il giorno dopo il suo compleanno – quando scenderà in campo alla Virtus Segafredo Arena contro la Carpegna Prosciutto Pesaro – dovesse segnare tanti punti quanti gli anni compiuti. Sempre che non si scopra essere tutta una bugia, perché Marco Belinelli sta giocando una pallacanestro di altissimo livello e non sembra assolutamente sentire il peso del tempo che passa. Certamente anche questa storia potrebbe annoiare, ma date una palla a spicchi nelle mani del numero 3 bianconero e sarete felici di sentirvi raccontare sempre la stessa storia. In una sfida di alta classifica come quella contro la Bertram Yachts Tortona, una partita diventata già un classico dopo solo due stagioni nella massima serie dei piemontesi, servono le intuizioni dei giocatori migliori per risolvere i grattacapi creati dagli avversari. Ci sono momenti in cui la luce si accende grazie ad una scintilla e da lì in avanti non c’è più possibilità di limitare il fuoco che arde dentro; tuttavia, quando l’esperienza gioca a tuo favore non serve nemmeno più avere attimi di onnipotenza, sei semplicemente spinto dall’inerzia e dal tuo talento che rende semplice ciò che agli occhi degli altri appare complicato. Nella vittoria di domenica sera, Belinelli ha messo a referto 32 punti – 17 nel primo tempo e 15 nel secondo tempo – stracciando la retina ben 9 volte dai 6.75 metri; al tabellino ha aggiunto 2 rimbalzi e 2 assist in 25 minuti uscendo dalla panchina, registrando una valutazione di 30 che gli ha permesso di essere – se ce ne fosse stato ulteriore bisogno di specificarlo – il man of the match.
Ingresso in campo: la prima palla toccata è un rimbalzo sul tiro sbagliato di Filloy, si passa nell’altra metà campo e subito un passaggio illuminante per Mickey, due punti. Nell’arco dei successivi sette minuti arriva solamente un altro assist e qualche tiro sbagliato da parte del numero 3 della Virtus Segafredo Bologna, prima dei due punti che danno il via ad una seconda metà di secondo quarto da 17 punti. Una sentenza, una macchina spara palloni. Ad ogni passaggio ricevuto è corrisposta una tripla che ha fatto correre il tabellino dei punti; in cinque minuti sono arrivati tre assist di Lundberg e uno di Mannion, nel mezzo una classica tripla in transizione direttamente dal repertorio di ‘Beli’. Senza dover raccontare canestro dopo canestro le gesta del classe 1986, si può arrivare tranquillamente alla situazione di 85-87 per Tortona con 75” ancora da giocare. Shengelia trova Belinelli che fuori equilibrio tira da oltre l’arco e mentre subisce il fallo, la sfera finisce inesorabile dentro la retina. Sono i quattro punti con cui i felsinei mettono la freccia e sebbene non siano quelli che regalano la vittoria, rappresentano l’essenza della partita dei bolognesi che non hanno mollato di un centimetro contro un avversario ostico.
Anche le sue parole nel post-partita sono eloquenti in merito alla prestazione della Bertram e della propria squadra: “Era molto importante vincere anche perché sappiamo che Tortona è una grande squadra e infatti abbiamo dovuto lottare fino all’ultimo secondo. Abbiamo molto rispetto per questa squadra, non è stato facile dopo la partita persa contro il Fenerbahce, però è importante migliorare giorno dopo giorno. Ci aspetta una settimana importante e quindi era giusto partire bene già con Tortona”. Poi chiude parlando del suo ruolo in squadra e degli spettatori sempre presenti a palazzo: “Il mio ruolo è quello di essere me stesso, cerco di aiutare i ragazzi più giovani, cerco di essere un buon esempio e sicuramente sono molto orgoglioso di esserlo. Le nostre vittorie arrivano anche grazie alla spinta del nostro meraviglioso pubblico”.
Dopo più di vent’anni da professionista e nove stagioni trascorse nel nostro campionato, c’è sempre tempo per scrivere nuovi record. Le nove triple segnate e i sedici tentativi dai 6.75 metri sono entrambi due career high per Marco Belinelli, il quale ne aveva realizzate otto con quattordici tentativi in una gara di play-off nella stagione 2005/2006, quella che lo lanciò definitivamente verso il Draft NBA; per quanto riguarda la regular season, il suo record era di sette con dodici tentativi (sempre 2005/2006). Solamente due punti lo hanno separato dal ritoccare il suo massimo in carriera per punti segnati, ad oggi ancora fermo a quota 34 e registrato il giorno 11 giugno 2006, proprio in quella incredibile gara-5 di semifinale play-off vinta contro Napoli. Un dato particolare che arriva dalle statistiche di Marco Belinelli in questa stagione è il “bersaglio” che ha messo sulla schiena di Tortona: nelle tre sfide giocate tra campionato e Final Eight (record 2-1 Virtus Segafredo Bologna), il numero 3 bianconero ha segnato in ordine 24, 20 e 32 punti (media 25.3 a partita); inoltre ha stabilito i suoi massimi stagionali alle voci punti segnati, tiri da due realizzati e tentati, tiri da tre realizzati e tentati, tiri liberi realizzati e percentuale di tiri liberi realizzati, tiri totali realizzati e tentati, valutazione. Infine, pur non avendo mai avuto modo di partire nello starting five, Marco Belinelli è primo in squadra per partite giocate con 19 (a pari merito con Mannion e Weems) e per punti segnati con 12.6 in 21.2 minuti di media.
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