Mam Jaiteh, big man che sta disputando un’ottima stagione con la Virtus Bologna, di recente ha ripercorso la sua carriera in una lunga intervista con BeBasket.
Tra i capitoli più interessanti c’è senza dubbio quello riguardante la NBA.
“Non essere stato scelto è stato un grande schiaffo. Il giorno del Draft NBA 2015 ero al Madison Square Garden, seduto in giacca e cravatta, con la mia famiglia. È stato un momento estremamente difficile. L’errore che ho commesso è stato quello di non accettare un draft and stash (tornare a giocare in Europa dopo il draft). Se avessi accettato, diverse squadre erano pronte a scegliermi al primo giro. Avevo avuto colloqui faccia a faccia con GM, allenatori, era tutto molto concreto. Ero convinto che una franchigia mi avrebbe preso. Anche se non ero necessariamente pronto a giocare, volevo solo far parte di una squadra, confrontarmi con i migliori al mondo e progredire. Era il discorso che facevo a tutte le franchigie. Su 30, me ne bastava una sola pronta a puntare su di me…Fin quando continuerò a giocare, non chiuderò mai la porta alla NBA. Dopo l’anno a Strasburgo, nel 2017 stavo per firmare con i Rockets prima che Chris Paul decidesse di unirsi al team. A quel punto Daryl Morey in persona mi spiegò che con Paul doveva per forza puntare su giocatori più affermati. Apprezzai la sua onestà, ma alla fine si tratta di un’altra occasione che ho perso”.
La Virtus Bologna:
“L’obiettivo era quello di unirmi a un club di questo tipo. Il progetto mi si addiceva perché sono uno che punta ad arrivare in alto, proprio come la Virtus: hanno costruito una squadra da EuroLeague. L’obiettivo principale della stagione era diventarlo sul serio…
Essere il big man titolare di una grande europea? Sì, era un obiettivo, ma questo non cambia assolutamente il mio stato d’animo. A questo livello tutto può andare molto velocemente. Ora si tratta di essere costanti, di pensare a fare prestazioni, a eccellere, a ottimizzare quello che abbiamo. In una squadra piena di grandi giocatori… È ancora più gratificante sentire tanta fiducia e rispetto da parte del mio allenatore e dei miei compagni di squadra. È chiaro che mi sento a mio agio, in una buona posizione. Come giocatore, è gratificante sentire la considerazione dei tuoi compagni di squadra. Essere apprezzato da ragazzi come Teodosic, Belinelli, Shengelia, quando senti che ti considerano un giocatore forte… Sono felice di vedere quanto la Virtus conti su di me.
Il futuro:
“Onestamente, penso a recuperare gli anni persi. So di aver perso molto tempo, è una realtà, ma cerco di vederla in modo positivo. Ci sono periodi di cui sento che quegli anni non mi sono serviti molto, anche se le relazioni che ho creato ora mi sono utili. Ogni essere umano ha dei momenti in cui sta meno bene. Bisogna solo sapere come tornare velocemente nel giusto stato d’animo. Questo è ciò che mi aiuta nel riuscire a essere costante partita dopo partita: Cerco di abbreviare il più possibile questi momenti e di continuare ad andare avanti.
Voglio continuare a far bene. Quello a cui penso è riuscire a dominare. È questa la parola che ho in mente”.
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