Luis Scola si racconta a Daniele Dallera sul Corriere della Sera. Ecco alcune sue dichiarazioni.
SUL PROGETTO
«Guardiamo lontano, stiamo facendo un attento lavoro sul settore giovanile, abbiamo unito due anime, quella della Robur et Fides attiva sui giovanissimi, mentre i responsabili del nostro settore operano sui ragazzi dai 15 anni in su. Poi c’è il Campus, la creatura della famiglia Bulgheroni, che ci permette di ospitare e far vivere in una realtà molto importante giovani che arrivano da ogni parte del mondo».
SULLE GARANZIE DI QUESTA SQUADRA
«Quella crescita di cui ho parlato. Abbiamo giocatori italiani, alcuni nati qui a Varese, che possono essere importanti non solo per la nostra realtà, ma per tutto il basket italiano. Così anche i giocatori stranieri devono essere felici di giocare in questo gruppo e di poter crescere e migliorare attraverso il lavoro. Intendiamo creare una vera e propria colonna vertebrale tra squadra, staff tecnico e società».
SULLA VITTORIA
«Questo è uno sport, ovvio che si cerchi la vittoria. Non conosco altro obiettivo. Ma se per vincere si intende lo scudetto, siamo ancora molto lontani. Però, un fatto è certo: il nostro programma prevede una crescita costante, un lavoro che si rivolge ad ogni aspetto, alla squadra, alla società, al settore giovanile, al rapporto con i tifosi».
SUGLI OBIETTIVI
«Io sono stato affascinato dal racconto che mi ha fatto Toto Bulgheroni, vorremmo portare avanti il suo lavoro… Sarà difficile fare meglio di Toto, basta guardare questo Campus, realtà preziosa dal punto divista sociale e sportivo, ma faremo di tutto per riportare Varese in alto»
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