Luca Baraldi, CEO della Virtus Segafredo Bologna, alza inevitabilmente la voce dopo il nuovo taglio imposto alle affluenze a palazzo: «È una scelta assurda. Gli autobus sono pieni stipati, mentre il basket e lo sport in generale vengono limitati ancora. Questo è razzismo. Noi non chiediamo aiuti. Chiediamo solo di poter giocare per i tifosi e di poter fare il nostro lavoro» le sue parole al Corriere dello Sport di oggi in edicola.
Una differenziazione che si paga anche a livello di seguito live: «E se già prima mi aspettavo una forte presa di posizione del Coni, a maggior ragione me la aspetto adesso. Lo sport è messo sempre più alle corde: la gente si è disabituata ad andare negli stadi e nei palazzetti. E da riduzioni come questa che fanno ingiustamente passare i palazzi sportivi come luoghi meno sicuri degli autobus viene creata sempre più paura nelle persone».
E si torna a parlare di stop, che vada oltre il rinvio generale del 2 gennaio: «Dovrebbe essere organizzata un’assemblea per confrontarsi fra tutte le società e capire se abbia senso continuare a giocare o meno a queste condizioni».
La Virtus è riuscita a confermare un posto per gli abbonati, ma: «Non credo che tutte le società di A riescano ad assicurare il posto a tutti gli abbonati. Noi vorremmo continuare a giocare, ma bisogna chiedersi tutti insieme se così abbia senso».
E la cosa varrebbe anche per le coppe europee: «È chiaro che le decisioni debbano andare di pari passo. Se si sospendesse il campionato andrebbero sospese anche le coppe, altrimenti sarebbe un danno incredibile».
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