Sei un appassionato di basket? Non puoi non conoscere l’inglese. Il legame tra questo sport, di impronta statunitense e la lingua inglese è molto forte, visto che è stata proprio l’America a dare i natali a questa disciplina. Nato nei campetti di cemento del Massachusetts, il basket ha un linguaggio proprio che ha origine dallo slang americano e che è riuscito a trasferirsi, quasi intatto, sul parquet dei campi dell’NBA. Se è vero che l’ascolto potrà darti una mano a conoscere il linguaggio proprio del basket, è anche vero che lezioni di inglese ad hoc potranno immergerti in questo mondo e farti comprendere appieno la comunicazione propria di questa disciplina.
Inglese, basket e rap: il tridente perfetto
La passione per il basket, soprattutto nell’universo anglofono, si accompagna spesso a quella per il rap. Sai perché? Se non ne hai idea, ti sarà sufficiente pensare a uno dei tanti film americani in cui i campi di cemento lungo le strade si popolano di ragazzi, più o meno giovani, i quali si scontrano in una partita a basket e poi improvvisano un duello anche musicale. Inglese, basket e rap sono indissolubili proprio perché il basket, nato nella cultura underground degli Stati Uniti ha acquisito da questo luogo d’origine e dai suoi abitanti uno slang condiviso con il rap che si è trasferito, quasi integralmente e senza alcuna traduzione o adattamento, sui campi da gioco ufficiali.
Espressioni come “Alley oop” (l’alzata sotto il canestro che consente di schiacciare al compagno) oppure “Pick and roll” o ancora “Pick and Pop” (rispettivamente il “taglio a canestro dopo il blocco” e “l’uscita dalla linea dei tre punti dopo il blocco”) sono molto conosciute e popolari tanto nel basket quanto nel rap.
Alcuni termini di basket in inglese che non vengono mai tradotti
Indipendentemente da quale sia la parte del mondo in cui ti trovi, se stai guardando una partita di basket sentirai il telecronista chiamare “coach” l’allenatore e indicare i tempi supplementari come “extra time” o al massima come “over time”. Altro termine che solitamente non viene tradotto dall’inglese è “playmaker” per indicare il regista di una squadra, ovvero colui che ritma il gioco dell’intera squadra. Tutte le squadre concorrono nelle loro nazioni alle “regular season” ovvero ai campionati di stagione che danno accesso ai “playoff”. Altri termini molto comuni sono “Mismatch” ovvero lo svantaggio che un difensore possiede nei confronti di un attaccante durante un’azione di gioco e ancora “Help the Helper” che, se letteralmente significa “Aiutare chi aiuta” nel gioco della pallacanestro sta a indicare la capacità di girare su sé stessi e poi scalare per dare una mano in difesa.
A questi termini, che sono molto comuni se ne aggiungono altri che fanno riferimento alla strategia di gioco, come “seal”, utilizzato per indicare la capacità di un attaccante di “sigillare” il difensore che ha alle spalle per avere un vantaggio a canestro oppure “veer” che indica la “virata” di un giocatore verso un bersaglio diverso, e comunque non in possesso della palla. Vi sono ancora altre espressioni che dovresti conoscere se vuoi addentrarti nel mondo della pallacanestro come ad esempio “boomerang” ed “extrapass”. La prima espressione indica il ritorno di palla verso un giocatore che se n’era appena liberato per prendere impreparata la difesa. La seconda, ovvero, “extrapass”, invece, indica l’azione di effettuare un passaggio in più rispetto al normale, per riuscire ad ottenere una posizione migliore per effettuare un tiro.
Esistono tante altre espressioni che riguardano non solo la strategia ma anche il gioco del basket, la squadra, le violazioni e i passaggi: se un corso d’inglese ti fornirà tutte le basi necessarie alla comprensione dei termini, l’osservazione del gioco ti consentirà di imprimerli nella tua memoria.
Commenta
Visualizza commenti