LBA Serie A, il Punto di Sportando | Aggiornare, se possibile, ma senza parlare di ingiustizia

LBA Serie A, il Punto di Sportando | Aggiornare, se possibile, ma senza parlare di ingiustizia

Torna il Punto di Sportando. Visto lo scarseggiare di indicazioni tecniche per cause di forza maggiore, concentriamoci sull’attuale stato del nostro basket nel pieno di una nuova ondata pandemica

Torna il Punto di Sportando. Visto lo scarseggiare di indicazioni tecniche per cause di forza maggiore, concentriamoci sull’attuale stato del nostro basket nel pieno di una nuova ondata pandemica.

Di “pazienza” se ne porta da quasi due anni, e di “pazienza” se ne porterà ancora per imprecisato tempo. Un rinvio a poco meno di 4 ore da una palla a due può generare inevitabile nervosismo nell’appassionato e non solo, e la nostra solidarietà è dunque dovuta e sincera.

Prendiamo uno spunto per andare oltre, ovvero l’editoriale pubblicato oggi da il Resto del Carlino di Reggio Emilia, a firma Daniele Barilli.

Prima la premessa: «l’Unahotels ha giocato, e perso, una partita con la Vanoli Cremona in cui non ha potuto far scendere in campo Cinciarini e Olisevicius, bloccati dalla positività al Covid. Poi ci sono le Asl che, all’improvviso, anche quattro ore prima di una partita con molti tifosi già in viaggio, mettono una squadra in quarantena come è successo ieri con Tortona».

Quindi la constatazione: «Sia chiaro: se di mezzo c’è la salute pubblica, non stiamo a discutere. Però bisogna trovare un modo per garantire i diritti di tutti. E, soprattutto, per fare in modo che le regole siano, realmente, uguali per tutti».

Certamente, dopo due anni ritrovarsi in questa situazione, con sei rinvii su otto gare, ha spiazzato molti. Ma lo ricordiamo. Derthona, come altri team, è stata bloccata dall’Ats locale. Evidentemente, se settimane fa quella di Reggio Emilia non riteneva così rischiosa la situazione della UNAHOTELS, visto il numero totale di contagi a livello regionale e nazionale, lo stesso non hanno pensato ieri i colleghi piemontesi.

Non è un problema di protocolli, di FIP o LBA. Non almeno in questo caso. Non se si richiama un’uguaglianza. Lo sport viene dopo l’autorità sanitaria, che ragiona sul cittadino, non sullo sportivo. Banalità, sì, ma che vanno ribadite.

Ragionevolmente si chiedono regole uguali per tutti, un principio inattaccabile. Ma la domanda è un’altra: è possibile oggi avere regole uguali per tutti? Quali sarebbero le soluzioni?

Rinviare le gare al primo positivo? Tornando indietro con la memoria, oggi il panorama dei recuperi sarebbe ancora più nutrito, e non tutti sono nati per reggere con continuità un doppio turno settimanale, per di più dopo un certo periodo di stop. Imporre lo 0-20 a chi viene fermato dall’ATS? Visto che la decisione è di un’entità esterna allo sport, le regole non sarebbero in questo caso più uguali di quanto accaduto sino ad oggi.

Non che si debba per questo accettare tutto passivamente. In tal senso, Marco Picchi, presidente di Tortona, ci viene in soccorso. Dopo le prime positività in settimana il suo team si è sottoposto a vari tamponi, ma dopo perduranti negatività nuovi contagi sono emersi nella mattinata di domenica.

«I protocolli per gli sport professionistici stilati a ottobre 2020 vanno ripensati con urgenza. Oggi, siamo in presenza di un virus diverso e abbiamo i vaccini. Se vogliamo proseguire la stagione dobbiamo aggiornare le normative che la regolano». Ecco, aggiornare, se possibile, sarebbe un primo passo. Ma nel segno del principio di continuità, che lo sport merita dopo due anni disastrati. Non della colpa, o dell’ingiustizia, che distrae dalle vere cause dell’agire.