Una risposta agli infortuni che lo hanno tenuto fuori dal campo e sembravano avergli alterato il ritmo sul parquet. Il ritorno alla vittoria in casa che mancava da più di un mese è opera di Matteo Spagnolo (Dolomiti Energia Trentino) premiato come migliore italiano del sedicesimo turno dopo aver superato nei voti Andrea Cinciarini (UNAHOTELS Reggio Emilia) e Ariel Filloy (Bertram Yachts Tortona).
La maglia numero 9 nel calcio una volta veniva assegnata al centravanti, un bomber di razza capace di trovare la porta non appena la palla toccava il suo piede. Ecco, tradotto in termini cestistici è lì che il classe 2003 riesce a compiere su un campo da pallacanestro: velocità di esecuzione, capacità di crearsi il tiro e una pericolosità tale da mandare fuori giri le difese; così per conquistare la vittoria contro una compagine che fin qui aveva mostrato un attacco superlativo coach Emanuele Molin ha risposto fuoco con il fuoco grazie al suo numero nove. Da questa prestazione c’è da gioire soprattutto per la piena ripresa di Matteo Spagnolo, il quale era stato condizionato dalle defezioni e sembrava aver perso un pochino il tocco proprio a causa dell’assenza dai parquet; tuttavia era solo questione di tempo prima che il ritmo tornasse e la giovane guardia risolvesse una partita di campionati con i suoi colpi. Nel successo per 90-80 contro l’Openjobmetis Varese, Spagnolo ha giocato una delle sue migliori partite in stagione sfruttando al meglio sia l’utilizzo nello starting five sia un minutaggio più ristretto – 20 minuti di gioco per lui – che lo hanno subito proiettato ad essere il più efficiente possibile. Il tabellino recita 15 punti con 3/4 da due punti, 2/4 da tre e 3/5 a cronometro fermo; al suo talento da scorer puro ha aggiunto flash di playmaking con 3 assist prima di spostarsi in difesa per recuperare 2 palloni e raccogliere 2 rimbalzi dentro la sua area. Matteo non ha mancato di far notare quanto stia bene fisicamente e quella unica stoppata rappresenta un ritorno a pieno regime; inoltre le sue penetrazioni e il suo essere una minaccia quando decide di sfidarti uno contro uno gli hanno permesso di guadagnarsi 4 falli e registrare un 20 alla voce della valutazione.
Il successo della Dolomiti Energia Trentino è arrivato grazie ad una difesa perimetrale solida che non ha permesso agli avversari di sfruttare una specialità come il tiro dai 6.75 metri con efficacia. Non solo, perché coach Molin ha architettato uno straordinario ‘Hack-A-Shaq’ sui lunghi di Varese in modo da indurre le loro percentuali in lunetta ad essere il più basse possibili: infatti, i lombardi hanno chiuso con il 59.4% tirando 19/32 e con il 32.1% da oltre l’arco. In questa metà del campo si sono visti tutti i passi avanti fatti da Matteo Spagnolo, il quale risulta essere molto più attento ai movimenti degli avversari ma soprattutto sfrutta la sua intelligenza cestistica per mettere in difficoltà quei giocatori meno abili tecnicamente di lui; il risultato dei recuperi e della stoppata sono il grande plauso da fare allo staff che sta spingendo sempre più verso un altro livello la pallacanestro del classe 2003. In fase offensiva sta comprendendo l’importanza della shot selection specie se il minutaggio concesso non dovesse andare oltre i 20 minuti: su questo ha influito molto probabilmente il brutto 1/13 della scorsa settimana, una brutta prestazione che per un ragazzo di 20 anni consapevole dei suoi mezzi è solo uno sprono a fare meglio la partita successiva; infatti i pochi tiri presi sono entrati per la maggior parte grazie alla fiducia acquisita minuto dopo minuto, così per uscire da un periodo di tre sconfitte nelle ultime quattro gare – arrivate per altro a cavallo della qualificazione per la prossima Frecciarossa Final Eight di Torino – è stata necessaria la risposta del più giovane in campo.
Dal ritorno all’azione le cifre e le percentuali di Matteo Spagnolo si sono abbassate rispetto alle sei gare precedenti l’infortunio (tra parentesi i numeri prima del ritorno): 8.5 punti (11.6), 2.0 rimbalzi (4.0), 1.7 assist (3.3) e 1 recupero (1.5) tirando con il 34.4% dal campo (35.8%); questo però non preoccupa di certo soprattutto perché il minutaggio è stato nettamente inferiore con 19.5 minuti a partita, inoltre nelle tre gare precedenti a quella contro l’Openjobmetis Varese il numero 9 era partito dalla panchina ma non appena è ritornato nel quintetto base, la sinfonia è cambiata. In una Trento che segna poco – ultima in classifica in questo dato – e distribuisce poche assistenze – penultima in Serie A – Spagnolo si distingue ugualmente come uno dei migliori della propria squadra: quarto per punti segnati con 10.4 a partita, secondo per assist distribuiti con 2.7 – dietro solamente a Diego Flaccadori – e terzo per valutazione con 11.5. L’allenatore lo utilizza per 24.1 minuti rendendolo il quinto più sfruttato dei bianconeri e in questo grado di fiducia c’è anche la piena libertà di prendersi responsabilità palla in mano durante la partita: infatti, Matteo è il terzo giocatore della Dolomiti Energia per conclusioni dal campo con 9.6 (7.7 dalla media dove si classifica terzo e 1.9 da oltre l’arco); infine la sua gravity e la sua capacità di sfidare l’avversario uno contro uno lo rende il profilo più colpito dai falli con 4.2 a partita (10° in Serie A, 3° con 7 falli subiti nella statistica per 40 minuti) e quello con più tiri liberi tentati con 4.0 convertiti con l’80% (terzo della squadra dietro a Toto Forray con 87% e Diego Flaccadori con 80.4%).
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