“Da diverso tempo è nei radar delle franchigie NBA. Il suo istinto nel segnare, la versatilità nel tirare e la sua confidenza sul campo non sono passati inosservati”.
Poco più di un mese fa Jonathan Givony – fondatore di Draft Express e analista dei Draft NBA per ESPN – usava queste parole per descrivere l’attitudine offensiva di Giordano Bortolani, classe 2000, protagonista di prestazioni degne di nota durante la Supercoppa. Nelle cinque partite disputate nella competizione aveva infatti realizzato 13.4 punti di media tirando con il 63.2% dalla media e un notevole 58% da tre, arma con la quale ha fatto innamorare gli osservatori oltreoceano e steso numerose squadre durante la sua giovane carriera. Sicuro dei propri mezzi quasi da apparire sfrontato, Giordano è uno dei gioielli della corona appartenente alla nostra pallacanestro e oggi a 21 anni compiuti si appresta a disputare la sua breakout season, la stagione della consacrazione di un talento con gli occhi di mezzo mondo addosso.
Recluta: l’esperienza a Milano e la formazione in A2
L’ascesa del ragazzo nativo di Sant’Agata di Militello, piccolo comune di oltre diecimila anime in provincia di Messina, comincia quando la maggiore età non ha ancora fatto capolino e la palla a spicchi tra le mani si è appena trasformata da passatempo a vocazione, il motivo per cui un giorno le persone si ricorderanno di quel Giordano Bortolani. A 17 anni fa il suo ingresso in Serie A con la divisa dell’Olimpia Milano, è il 4 Febbraio 2018 e la squadra allora allenata da Simone Pianigiani sta dominando Capo d’Orlando (la gara si chiuderà 91-54), il coach concede due minuti al debuttante, quanto basta al Mediolanum Forum per vedergli raccogliere il pallone, palleggiare e siglare i suoi primi punti da professionista con una splendida tripla in step-back.
Flashback all’anno 2000-01, il piccolo Giordano è appena venuto al mondo mentre papà Lorenzo, proprio con l’Orlandina Basket, viene promosso in Legadue dopo aver superato Pavia in finale play-off.
“Sembra una grande coincidenza aver segnato i primi punti contro Capo d’Orlando” dice qualche anno più tardi il talento siciliano in un’intervista, il destino ha voluto mettere un segno fin da subito nella sua carriera e lo ha fatto con il primo canestro ai danni di una squadra che ha un posto speciale nel cuore della famiglia Bortolani. Il futuro della guardia tiratrice è altrove, dopo l’assaggio di Serie A lo aspettano i prestiti per fare esperienza in attesa di un ruolo da protagonista là dove tutto è cominciato. Giordano è contento, a quell’età considera le serie minori i giusti palcoscenici dove mettersi in mostra prima di spiccare il volo: infatti, è con le maglie di Legnano e Biella che convince l’A|X Armani Exchange a rinnovargli il contratto per altri cinque anni prima di essere prestato nuovamente. Ora lo attende una squadra di Serie A, una nuova sfida, nuovi obiettivi per arrivare alla vetta e una sfida chiave per il passaggio del testimone.
Seguire le tracce: il prestito a Brescia e il duello con Marco Belinelli
Sono meno di cento i chilometri che separano il capoluogo lombardo dalla nuova destinazione del santagatese, Brescia, secondo comune della regione per grandezza e tale è ciò che mostra il ragazzo sotto il segno della Leonessa, simbolo della città e della squadra. Con la partecipazione della Germani alla EuroCup, il nome di Bortolani echeggia anche fuori dai confini italiani grazie allo spazio che riesce a ritagliarsi come mina vagante in uscita dalla panchina. Il bottino con cui chiude la sua prima esperienza europea dice 6.4 punti di media in 14 minuti, le percentuali al tiro (58.3% da 2 e 36.4% da 3) sono quelle di un ragazzo che a discapito dell’età conosce il momento in cui può forzare la mano e quando diventare l’effetto sorpresa di un’intera partita. Sorpresa è la reazione suscitata nel pubblico della Segafredo Arena il 23 Gennaio 2021, giorno in cui Marco Belinelli e Giordano danno spettacolo in un duello a distanza, il presente e il futuro del basket nostrano chiamati a passarsi il testimone nel ruolo di guardia e pronti a sfidarsi in quella che viene ricordata come una delle partite più incredibili della passata stagione.
“Ho marcato Beli e ho pure vinto” dice al Corriere dello Sport pochi giorni dopo la partita, l’allora numero 12 della Leonessa non crede ai suoi occhi quando vede Belinelli scendere in campo e scontrarsi con lui possesso dopo possesso. In un gioco di riflessi e di destini incrociati, sono loro due a monopolizzare i riflettori del palazzetto: la loro statline è pressoché identica con 23 punti segnati a testa, tre triple a referto, quattro rimbalzi, sono i due giocatori con il numero più alto di falli subiti, la valutazione più alta e il maggior numero di tiri liberi segnati. Hanno lo stesso modo di leggere la partita in attacco rassicurando i compagni sul fatto che la sfida si chiuderà quando uno dei due avrà esaurito i colpi, nessuna resa incondizionata. Brescia vince 90-89 sul campo della Virtus Bologna e Bortolani viene premiato MVP, è la sua stoppata su Josh Adams alla fine del 3° quarto a cambiare l’inerzia della gara e dare vita alla rimonta che vale i due punti in classifica per la compagine lombarda. “Ero abituato a guardarlo in TV, con le casacche della NBA addosso. E dovevo marcarlo!” quando ci si scontra con uno dei propri idoli, dopo averne studiato le movenze ed averle emulate sul campo da gioco, l’emozione di poter dimostrare di essere alla sua altezza ti pervade trasportandoti in quella trance agonistica il cui risveglio ha il sapore dolce della soddisfazione.
Tiratore scelto: il feeling con Treviso e la percentuale da tre punti
Giordano si sente maturo e necessita di maggiore spazio per far risuonare in maniera veemente le sirene provenienti dagli Stati Uniti. Chi lo ha osservato durante l’annata appena trascorsa ha potuto vederne i progressi come scorer puro, quel tiro dai sette metri entra con facilità disarmante e le percentuali lo dimostrano. Sebbene non dicano tutto, i numeri non mentono. Desiderato, sedotto e catturato dal progetto di coach Menetti, Bortolani sposa la causa Treviso dove trova un altro giovane talento, il 2003 Davide Casarin. Il ragazzo di origine siciliana è pronto per caricarsi la squadra sulle spalle, vuole maggiori responsabilità. Più palcoscenici ha a disposizione per raccogliere i frutti del lavoro svolto in estate maggiori sono le possibilità di crescita anche in termini di sicurezza e leadership. “Sono piuttosto contento di quel che sto facendo in squadra e devo dire che l’esperienza in BCL mi sta aiutando, è un qualcosa in più che mi permette di migliorare tante parti del mio gioco” così si racconta a Tuttosport il classe 2000, le cui prestazioni in Europa non sono tardate ad arrivare e oggi la Nutribullet – squadra che occupa attualmente la prima posizione nel girone D della competizione – può vantare un asso nella manica a cui affidarsi nei momenti di maggiore difficoltà: in 19.4 minuti sul parquet segna 10.8 punti a partita(massimo stagionale i 17 nella vittoria contro l’AEK Atene) tirando con il 46.2% dalla media, il 53.8% da oltre l’arco e il 50% complessivo dal campo. Le gesta del santagatese non sono esclusiva delle coppe europee: nel nostro campionato si sta distinguendo come autentica rivelazione costringendo le compagini avversarie a cerchiarlo in rosso mettendogli sulla schiena l’etichetta di minaccia. Presenza fissa nelle rotazioni dell’allenatore che lo sceglie per sei volte (sulle nove ad oggi disputate) per il quintetto iniziale, macina oltre venti minuti sul parquet e si rende spesso protagonista di break istantanei con cui riporta Treviso in careggiata. L’instancabile voglia di correre con o senza palla gli permette di essere multi-tasking servendo i compagni per un facile canestro o sgomitare in area per raccogliere il rimbalzo (tra i migliori nella categoria offensiva nel ruolo di guardia). Quando decide di monopolizzare il gioco con la sfera tra le mani è in grado di trovare la serata balisticamente perfetta, così appare Bortolani nella sfida persa contro la GeVi Napoli il 10 Ottobre scorso dove si rende protagonista (nonostante la sconfitta) di una delle sue migliori prestazioni in carriera. Giordano sembra aver appreso il dono dell’ubiquità apparendo in ogni zona del campo, tanto da costringere i difensori avversari a commettere spesso fallo per fermarlo. Al suono della sirena la statistica dice 23 punti arrivati con un 3/4 da due (75%), un 4/7 da tre (57.1%) e 5/5 dalla linea della carità (100%) a cui aggiunge 8 rimbalzi, 2 palle recuperate, 4 falli subiti per un massimo in carriera alla voce valutazione con 31.
21-gun salute: 21 colpi sparati in direzione futuro
Istinto da cecchino, occhio puntato verso il canestro, la mano stabile grazie ad un respiro controllato, la gittata varia a seconda della necessità.
Pronti. Mirare. Fuoco.
Giordano Bortolani si sta allenando per diventare uno dei migliori tiratori scelti. Ha stracciato numerose retine, reso frustranti i ricordi dei suoi avversari, ma l’anagrafe dice 2 Dicembre 2000. Perciò il cammino è lungo, ci sono territori ancora inesplorati e altre piastrine da raccogliere per confermare questo trend da cacciatore a sangue freddo. Questi sono i primi 21 anni di un ragazzo addestrato per competere, osservare e studiare i suoi comportamenti e quelli dei rivali, poi giunto sul campo di battaglia non ha bisogno della ghillie suit per colpire e affondare, basta la canotta numero 8, un pantaloncino e scarpe da basket comode.
Ready. Catch. Shoot.
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