Kyle Hines è stato ospite di sportklub.rs per la trasmissione Delivery. Il centro di Olimpia Milano è tornato sugli anni con Duda Ivkovic all’Olympiacos, il santone di Belgrado scomparso nel settembre del 2021. E non solo.
SU IVKOVIC
«Duda era un uomo straordinario, straordinario. Lo sanno tutti, era più di una persona straordinaria, era più di un allenatore di basket. Quanto a me, penso di aver imparato più lezioni fuori dal campo, su come prendermi cura di me stesso ed essere rispettato, di quanto non abbia imparato sul campo da basket. Quindi ogni giorno di allenamento, ogni nostro confronto, era un insegnamento. Penso che questo sia quel che ha rappresentato Duda Ivkovic. Penso che sia quel tipo di persona che cerca sempre di insegnarti il gioco, ma non solo il gioco, anche la vita. Questa è la cosa che ho imparato di più da lui durante il tempo in cui abbiamo lavorato insieme».
SULL’OLYMPIACOS
«In primo luogo… ero semplicemente felice di essere lì. Prima che arrivassi in Europa, l’Olympiakos era probabilmente l’unica squadra che conoscevo, solo per i giocatori che ci erano passati, sai Josh Childress e tutti i grandi nomi che c’erano… Quindi ero solo felice al mio quarto anno in Europa di essere all’Olympiakos, di giocare con Spanoulis, di incontrare e lavorare con Duda: è stato come un sogno e anche oggi mi sembra tale. Quando abbiamo iniziato la stagione, la mentalità era completamente diversa da quella nota per l’Olympiakos. Sai, l’Olympiakos ha investito molto, ha sempre avuto grandi nomi, il massimo… Fino a quella squadra, dove c’erano anche giocatori sconosciuti intorno alla stella Spanoulis. C’ero io, alcune future superstar in Europa. Ma in quel momento eravamo tutti giovani giocatori, io, Kostas Papanikolaou, Kostas Sloukas, Georgios Printezis, eravamo tutti all’inizio. Ma siamo riusciti a creare una chimica, guidati da Ivković, abbiamo creato qualcosa di speciale, che è rimasto nel tempo».
SU VASSILIS SPANOULIS
«Spanoulis rimane uno dei miei più grandi mentori di basket fino ad oggi. Ho imparato molto da lui, dentro e fuori dal campo. La cosa più importante che ho imparato da lui è la routine di lavoro. Ogni giorno faceva sempre le stesse cose. E’ questo il segreto della sua grandezza. Era quello che lavorava più duramente, un esempio. Ho imparato solo guardandolo da lontano. Sono stato onorato, il mio quarto anno in Europa, un ragazzo di 24 anni che gioca con una leggenda dell’Eurolega. È stata una grande, grande esperienza».
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