Il palmarès parla per lui: un mondiale, tre europei, un titolo NBA (2019, da viceallenatore a Toronto), l’argento di Londra 2012, il bronzo di Rio 2016, due campionati spagnoli, due Copas del Rey, uno Scudetto (con Pesaro nel 1989/90) e l’ultimo trionfo con la Virtus Segafredo Bologna nel settembre 2021. Sergio Scariolo vanta una carriera straordinaria, colma di successi e avventure che hanno scritto la storia della pallacanestro.
Per conoscere a fondo il dietro le quinte della vita del coach bresciano, ecco l’autobiografia scritta da ‘don’ Sergio con Paolo Frusca dal titolo “Uomo a tutto campo. Storie vincenti di un gestore di campioni” edita da Baldini+Castoldi Editore. Si inizia dalla gioventù, con Sergio che è uno studente “bravo ma indisciplinato”, per poi passare alle prime cavalcate vincenti dalla panchina in quel di Pesaro sotto la guida di Valerio Bianchini. Lo scudetto del 1990, raggiunto a soli 29 anni, lo ha reso il più giovane capoallenatore a tagliare un traguardo del genere.
Successivamente ci sono stati la Fortitudo, l’arrivo alla Virtus Bologna già nel 2003 poi saltato causa cancellazione del club bianconero e l’epopea con la Nazionale spagnola che non ne vuole sapere di finire. Infine, l’esperienza a Milano, la rivalità con Siena e il legame con Sasha Djordevic, allenato alla Fortitudo e al Real Madrid e predecessore sulla panchina della Virtus ora occupata da Sergio.
L’articolo di presentazione su “Il Resto del Carlino” si chiude con le parole dello stesso Scariolo che omaggia lo sport che lo ha reso grande: “Ringrazio la pallacanestro perché ha mantenuto più di ciò che mi aveva promesso, fin da quando giocavo nel cortile di casa, con gli amici di una vita, un Voit di gomma e un tabellone di legno”.
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