Kyle Hines, Sergio Rodriguez, Gigi Datome hanno preso parte in tre a 19 Final Four. E’ ovvio che le loro storie nel weekend più emozionante del basket europeo si intreccino in modo massiccio: la gioia di uno è stata spesso la delusione di un altro. A queste vanno aggiunte le esperienze di Vlado Micov e quella eroica ma sfortunata di Malcolm Delaney nel 2016 con la Lokomotiv Kuban.
Nel 2012, alla sua prima esperienza di alto livello (al Bamberg aveva debuttato in EuroLeague la stagione precedente), Kyle Hines ha incontrato con l’Olympiacos il Barcellona nella semifinale di Istanbul. L’Olympiacos ha guidato la gara per tutta la sua durata, ma senza mai allungare, per cui il risultato è rimasto in bilico fino al 68-64 conclusivo. Hines in quell’Olympiacos non aveva ancora lo status attuale. In quella semifinale giocò 16:27 segnando due punti con tre rimbalzi. Due giorni dopo ne giocò 18:16 in finale, con tre rimbalzi, ma nessun punto all’attivo in una delle più drammatiche finali che si ricordino. Il CSKA era avanti 34-20 all’intervallo, 53-40 all’inizio del terzo periodo, ma nell’ultimo quarto venne paralizzato dalla difesa dell’Olympiacos che vinse il parziale 22-8. A 20” dalla fine, Milos Teodosic sbagliò il secondo tiro libero permettendo all’Olympiacos di andare in attacco tre punti sotto. A 10” dalla sirena, in lunetta, Kostas Papanikolau fece 2/2 ricucendo a meno uno. Sul fallo tattico, accadde però l’inaspettato. Ramunas Siskauskas, una delle migliori ali della storia europea, un tiratore, fece 0/2 dalla lunetta. Spanoulis (21 punti) in transizione attaccò l’area e poi scaricò per Georgios Printezis. Il suo caratteristico floater da un paio di metri firmò il 62-61 della vittoria. Per Hines fu la prima vittoria.
Un anno dopo, a Londra, però il suo impatto fu molto più prepotente. Nella semifinale, dominata 69-52 contro il CSKA (14/45 dal campo, 17/30 dalla lunetta), in 19:48 di presenza in campo, Hines segnò 13 punti con 5/10 dal campo, 3/3 dalla lunetta, due recuperi e 10 rimbalzi. In finale contro il Real Madrid fu altrettanto decisivo: 25:41 in campo, 12 punti, 4/4 dal campo, 4/5 dalla linea, cinque rimbalzi e tre stoppate. Fu un’altra partita rocambolesca: il Real conduceva 27-10 dopo il primo periodo, ma l’Olympiacos rispose rientrando a meno quattro all’intervallo. Nel terzo periodo, Hines, in una sequenza, realizzò in tap-in e poi da dietro eseguì una memorabile stoppata su Mikola Mirotic (che a Colonia sarà in campo con la maglia del Barcellona). Le altre due stoppate le fece su Rudy Fernandez. Nell’ultimo periodo, l’Olympiacos segnò 39 punti vincendo con un inusuale 100-88. Hines dalla lunetta segnò l’ultimo punto della partita. Secondo trionfo personale.
Le vittorie di uno sono le sconfitte di un altro, abbiamo detto. Nel 2013 a Istanbul nel CSKA battuto da una giornata di mira storta, in campo c’era Vlado Micov. Giocò 18:32 dalla panchina segnando tre punti, ne aggiunse 6 in 18:48 nella finale per il terzo posto vinta 74-73 sul Barcellona. Il Coach del CSKA era Ettore Messina. Un anno dopo, il CSKA tornò alle Final Four, a Milano: Messina era ancora l’allenatore, Micov era ancora uno dei cambi più apprezzati e in campo c’era Kyle Hines, passato dall’Olympiacos al CSKA. Nella semifinale, con il Maccabi, che già aveva eliminato in modo rocambolesco l’Olimpia, il CSKA guidò per tutta la partita: 10 punti all’inizio del quarto periodo, otto punti a meno 4:46, quattro punti a meno 20 secondi. Sul 67-63, tripla di David Blu e meno uno. Ultimo possesso per il CSKA. Palla a Micov, scarico sull’esperto Viktor Khryapa. Ma a questi sfugge la palla, la perde e si espone al contropiede del Maccabi con il canestro della vittoria firmato da Tyrese Rice (il CSKA, senza timeout, ebbe ancora un’opportunità mettendo in transizione nelle mani di Sonny Weems la tripla della vittoria che fu respinta dal ferro). Nella finalina, il CSKA perse 93-78 con il Barcellona (7 punti, 2/2 dal campo e 3/3 dalla linea per Micov). Kyle Hines segnò 6 punti con 3/4 nella semifinale, 8 con 3/4 e tre palle rubate nella finalina.
Di tutti i giocatori dell’Olimpia attuale, Sergio Rodriguez vanta l’esperienza di Final Four più antica. Nel 2011, sulla collina del Montjiuc a Barcellona, debuttò perdendo la semifinale con il Maccabi 82-63. Il playmaker del Real Madrid era Pablo Prigioni. Lui giocò 13:20 senza segnare. Non segnò neanche nella finalina contro Siena, persa anche quella 80-62. Due anni dopo, nel 2013, a Istanbul, giocò la sua prima grande partita di Final Four nella semifinale con il Barcellona vinta 74-67. Segnò 12 punti con nove assist in 22:04 in campo. Decisivo un parziale di 17-2 nel quarto periodo. Rodriguez con una palla rubata e un canestro in contropiede firmò il pareggio a quota 63, poi il Real dilagò conquistando la finale con l’Olympiacos. Fu quella della rimonta da meno 17 dei greci. El Chacho giocò 17:42 producendo 17 punti con quattro assist e 11/12 dalla lunetta.
La stagione seguente fu quella in cui Sergio Rodriguez venne nominato MVP della stagione regolare. Incredibilmente successe dopo un anno in cui Coach Pablo Laso lo fece partire dalla panchina in 31 gare su 31. Il Real Madrid si presentò a Milano per le Final Four con i favori del pronostico dopodiché procedette allo smantellamento del Barcellona sotterrato sotto 38 punti di scarto, massimo divario di sempre in una semifinale. Il parziale di 27-1 tra terzo e quarto periodo fu devastante. Rodriguez in meno di 21 minuti segnò 21 punti con 4/5 da tre, 7/7 dalla lunetta e sei assist. Il Real si presentò favorito anche alla finale con il Maccabi che diventò la prima ad andare al supplementare dal 1969 dove a deciderla fu Tyrese Rice, 21 punti dopo l’intervallo. Rodriguez, impiegato meno di 22 minuti, segnò ancora 21 punti con cinque triple e 4/4 dalla linea di tiro libero. Ma il suo sforzo fu vano. Ecco perché nel 2015, con Madrid città ospitante, il Real doveva soprattutto vendicare due sconfitte di fila nella gara conclusiva. In semifinale, contro il Fenerbahce fu 96-87, gara spaccata dal 35-14 del secondo periodo che ha dato al Real abbastanza margine da resistere alla rimonta avversaria. Rodriguez quella volta giocò quasi 28 minuti con 13 punti e sette assist. Il Real Madrid completò il lavoro in finale battendo 78-59 l’Olympiacos con 11 punti e quattro assist del Chacho. Per Rodriguez fu l’ultima Final Four giocata con il Real Madrid.
Kyle Hines era presente anche in Spagna, ma segnò appena un punto con quattro rimbalzi nella sconfitta del CSKA in semifinale con l’Olympiacos (giocò meno di 13 minuti), mentre fece meglio (otto punti, quattro rimbalzi) nella finalina vinta 86-80 contro il Fenerbahce.
Le Final Four del 2016 rappresentano un momento di svolta per almeno tre giocatori dell’Olimpia attuale. Il quarto, Sergio Rodriguez, dopo quella stagione tornò a giocare un anno nella NBA, a Philadelphia. L’estate precedente, Gigi Datome dopo due anni di NBA aveva deciso di sposare il progetto del Fenerbahce, battuto in semifinale l’anno prima. A Berlino, vinse la semifinale contro il Baskonia 88-77 dopo un tempo supplementare. Datome giocò quasi 34 minuti con 15 punti e sette rimbalzi. Il suo esordio alle Final Four fu da giocatore maturo. Il giorno seguente il Fenerbahce giocò una delle finali più drammatiche della storia contro il CSKA. Ed ecco che ritroviamo Kyle Hines, alla quinta Final Four consecutiva, alla terza affermazione. Il CSKA andò avanti di 20 all’intervallo dopo un secondo quarto in cui la scelta di mandare sistematicamente in lunetta Jan Vesely pagò tantissimo. Il ceko fece 1/10. Il CSKA aveva ancora 16 punti di vantaggio all’inizio del quarto. Il Fenerbahce con una rimonta clamorosa, con tanto Datome dentro, pareggiò a 43 secondi dalla fine e poi andò avanti di due con Sloukas. Sull’ultimo possesso, Khryapa in qualche modo segnò a rimbalzo il pareggio. Il CSKA vinse 101-96 dopo un tempo supplementare. Datome chiuse con 16 punti in 37 minuti e cinque rimbalzi. In due gare ebbe 15.5 di media, il 50.0% da tre e 6.0 rimbalzi. Ma in mano si ritrovò solo tanta amarezza. Lì maturò la decisione di rinunciare al ritorno nella NBA, a Memphis. In compenso, Hines dopo gli 8 punti, tre assist e sette rimbalzi della semifinale in quasi 37 minuti di gioco, disputò una memorabile finale da 15 punti in 32:32, 6/7 dal campo e quattro rimbalzi nella finale della sua terza affermazione.
Per vincere il titolo del 2016 a Berlino, il CSKA non dovette solo battere il Fenerbahce in una finale rocambolesca ma anche superare un durissimo Lokomotiv Kuban nella semifinale. La squadra russa contava su Chris Singleton (presente a Colonia con l’Efes), Victor Claver (sarà in campo con il Barcellona) e Anthony Randolph (stella del Real Madrid). Ma il leader era Malcolm Delaney. In semifinale, segnò 26 punti con quattro triple, 12/12 dalla lunetta e quattro assist. Fu l’ultimo ad arrendersi. Poi per chiarire bene le cose, segnò 21 punti anche nella finalina vinta 85-75 contro il Baskonia. In 31 minuti in campo, fece 4/6 da tre, catturò cinque rimbalzi, distribuì quattro assist e rubò quattro palloni. Sulla scia di quelle prestazioni, volò nella NBA ad Atlanta.
Le Final Four del 2017 sono state quelle in cui Gigi Datome ha vinto il titolo continentale e si è tagliato i capelli in mezzo al campo. Il Fenerbahce vinse la semifinale, a Istanbul, contro il Real Madrid 84-75 con otto punti in 13 minuti per Datome. Al tempo stesso il CSKA di Kyle Hines veniva superato dall’Olympiacos 82-78 (otto punti, tre rimbalzi, due stoppate per lui in 23 minuti) e doveva accontentarsi della finalina con il Real Madrid, 94-70, in cui Hines ebbe 14 punti e sette rimbalzi. Il Fenerbahce in semifinale non lasciò scampo all’Olympiacos con Datome a quota 11 punti con due triple decisive nell’allungo finale (80-64) più sei rimbalzi.
Il Fenerbahce tornò alle Final Four anche nel 2018 a Belgrado, dove in semifinale proprio Datome con 16 punti e 7/9 dal campo oltre a tre stoppate guidò la squadra al successo sullo Zalgiris. Nell’altra semifinale, Hines e Rodriguez dovettero cedere al Real Madrid 92-83. Chacho ebbe cinque punti e sei assist in quasi 27 punti. Hines fu il migliore nel CSKA con 16 punti, 6/10 dal campo, e 9 rimbalzi. Ma vinsero gli spagnoli. In una finale equilibratissima, il Real Madrid di Luka Doncic ebbe la meglio 85-80 resistendo alla rimonta del Fenerbahce di un monumentale Nicolò Melli da 28 punti. Datome ne segnò sei.
Sergio Rodriguez e Kyle Hines ritrovarono il Real Madrid nella semifinale di Vitoria nel 2019. Era la rivincita della stagione precedente: il Chacho giocò 21 punti di livello altissimo segnando 23 punti con 8/14 dal campo e quattro assist. Sei punti e quattro rimbalzi li firmò Hines e finì 95-90. Due giorni dopo, il CSKA completò l’opera contro l’Efes 91-83. Rodriguez fece 2/2 da tre per sei punti, Hines in 23 minuti accumulò nove punti (4/6) e cinque rimbalzi. Per lui fu il quarto titolo, per Rodriguez il secondo. Datome era presente a Istanbul ma infortunato non poté prendere parte alla semifinale persa con l’Efes.
In tutte le sei Final Four giocate in questi anni dall’Olympiacos, la costante è stata il general manager Christos Stavropoulos che quest’anno guida la sua settima spedizione all’atto conclusivo della competizione. Ettore Messina ha giocato addirittura 10 Final Four senza contare la prima edizione di EuroLeague che nel 2001 vinse quando la finale era una serie al meglio delle cinque partite. Il Coach dell’Olimpia ha guidato la Virtus Bologna nel 1998 e 1999 quando non c’era ancora l’EuroLeague, poi nel 2002, ha guidato Treviso nel 2003 e sei volte ha fatto le Final Four con il CSKA.
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