Degli ottanta solidissimi minuti giocati dalle Azzurre a Riga, negli occhi ci restano soprattutto i due finali di partita. La palla recuperata da Carangelo e il canestro a fil di sirena contro la Romania, perché vincere di 22 è molto meglio che farlo di 20, e poi la Repubblica Ceca che congela il pallone e accetta la sconfitta per proteggere il +10 di Cagliari.
Sulla panchina Azzurra volti soddisfatti e sorrisi di circostanza ma nessuna festa, nonostante una vittoria che ci avvicina decisamente all’Europeo 2021 ottenuta tra l’altro contro una squadra che non battevamo in competizioni ufficiali dall’Europeo 1995, quello per intenderci dell’Argento di Brno.
Per qualificarci al prossimo Europeo basterà vincere le due partite che a febbraio giocheremo “in casa”, ma verosimilmente in un’altra bolla, contro Danimarca e Romania. Salvo clamorose sorprese, il primo posto del girone sarà della Repubblica Ceca per differenza canestri ma chiudendo con un bilancio di 5-1 saremmo sicuri di rientrare tra le migliori cinque seconde classificate dei nove gruppi.
In ogni caso, per parlare di classifiche avulse e differenza canestri avremo tempo nelle prossime settimane.
Quello che ci interessa davvero ora è fare la conta della straordinaria energia, pulita e Azzurra, ammirata nei due impegni di Riga. Dalla palla rubata di Carangelo a Parau nella prima azione di Italia-Romania in avanti, l’intensità di Zandalasini e compagne non è mai scesa, neanche quando in attacco le percentuali sono calate e abbiamo faticato a trovare la via del canestro con regolarità.
Cinque delle 14 Azzurre convocate per la trasferta lettone, coach Lardo non le aveva neanche mai incontrate. Le altre non le aveva mai allenate, prima del raduno di domenica scorsa. Un dato che certifica la qualità dell’eccellente lavoro svolto in soli quattro giorni dallo staff tecnico Azzurro. Una settimana compressa e indimenticabile per mille motivi, non può essere altrimenti nella Bollacanestro del 2020 ma il pericolo di un corto circuito, con la pressione di dover vincere le due sfide per non essere eliminati anzitempo, c’era. Eccome, se c’era.
E invece le Azzurre hanno scacciato la paura dell’eliminazione e la tensione di questi giorni difficili per mille motivi con l’energia contagiosa di una pallacanestro nella quale abbiamo attaccato anche quando eravamo nella nostra metà campo. Grandi alternative, considerato il gap in termine di centimetri e fisicità con le nostre avversarie, non c’erano.
Da Riga torniamo col sorriso sulle labbra, certi che qualcosa è stato fatto ma che quasi tutto sia ancora da fare. Ci rivedremo a febbraio per chiudere il ciclo dei Qualifiers, nella speranza di ottenere la quinta qualificazione consecutiva all’EuroBasket Women.
Intanto, però, Grazie Azzurre.
Sono giorni complicati, per tutti noi, e vedervi onorare la Maglia della Nazionale con quella passione ci ha decisamente riempito il cuore.
Vedere la Repubblica Ceca congelare il pallone accettando la sconfitta, anche.
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