Kyle Hines, centro di Olimpia Milano, ospite su Basketball Sphere per ricordare la sua carriera che volge al termine. Ecco tre passaggi.
SULLA SUA CARRIERA
“Niente, forse mi piacerebbe rivivere tutto (ride). Credo fermamente che tutto accada per una ragione. Se cambiassi una cosa, un dettaglio, forse tutto questo non accadrebbe. Sto vivendo un sogno qui in Europa. Quando sono arrivato, non potevo nemmeno immaginare che avrei raggiunto le cose che ho raggiunto”
SU KEVIN PUNTER E ZACH LEDAY
“Ettore Messina ha dato a entrambi l’opportunità di capire come guidare la squadra ed entrambi hanno dato un grande contributo al successo della nostra stagione. Hanno avuto l’opportunità di stare vicino a veterani, come me, Chacho e Micov, e questo li ha aiutati ad essere più maturi, credo. Sono più consapevoli. Kevin Punter era ovviamente un buon giocatore prima, lo conosco da quando indossava la maglia del Lavrio.
Guardate dove si trova ora, è il capitano del Partizan. E la leadership è qualcosa che ha ulteriormente migliorato, capisce come guidare una squadra. Sa di poter aiutare la squadra ad alto livello, come è successo anche a Milano. Lo stesso vale per Zach LeDay, che dimostra maturità e capisce cosa serve per essere costantemente ad alto livello. Ne ho parlato con lui. La costanza è una delle cose che ha dimostrato in questo periodo al Partizan, ed è per questo che i tifosi lo amano”
SULL’EVOLUZIONE DEL RUOLO
“È il bello della pallacanestro: il gioco cambia continuamente. Quando sono arrivato, il gioco era molto rigido per quanto riguarda le posizioni. I centri erano molto più coinvolti nelle azioni. Con l’evoluzione del basket, ci sono sempre più giochi senza posizione e centri sottodimensionati. Ora le squadre tirano molto di più da tre, cercano di segnare più punti possibili e continueranno in questa direzione. Non è mai la stessa cosa, per questo la gente si diverte. E a me piace far parte di questa transizione”
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