Kevin Punter: Qui per vincere l’EuroLeague

Kevin Punter: Qui per vincere l’EuroLeague

Kevin Punter, nuova guardia del Barcellona, ha parlato ai microfoni del club del suo arrivo in blaugrana e delle sue ambizioni

Kevin Punter, nuova guardia del Barcellona, ha parlato ai microfoni del club del suo arrivo in blaugrana e delle sue ambizioni.

SUL BARCELLONA

«Per me è una transizione facile, perché ho giocato contro tutti i miei nuovi compagni. Come con Sato (Tomas Satoransky), che doveva marcarmi. Era così fastidioso quando lo faceva (ride). Quindi abbiamo sviluppato subito una buona relazione dal momento in cui sono arrivato, dato che ci siamo marcati a vicenda.

Lo stesso vale per Lapro (Nico Laprovittola). Anche lui doveva marcarmi. Quindi solo per questo avevamo già qualcosa di cui parlare quando sono arrivato. Ci capiamo a vicenda.

Anche con Jan (Jan Vesely), che ha giocato per Obradovic, come me, quindi c’è una sorta di connessione. Ogni volta che giocava un pick and roll, mi marcava.

Ho familiarità con tutti i ragazzi, perché ho giocato contro di loro così tante volte, e quando sono arrivato qui è stato facile parlare e sviluppare delle relazioni. Ora che siamo compagni di squadra, dobbiamo solo mettere insieme i pezzi e trovare il nostro gioco».

SUI SUOI SOGNI

«Quando ero più giovane, il mio sogno era giocare in NBA. Crescendo e giocando negli Stati Uniti, è l’unica cosa che conosci, di cui parli e che guardi. Ma è ancora il mio sogno? A dire il vero, non lo so. Man mano che cresci, alcune cose cambiano, e ti rendi conto di cose che non riguardano il basket. Quindi i sogni che hai da bambino, non so se cambiano, ma diventano meno importanti».

SUGLI OBIETTIVI

«Prima di tutto, vincere titoli qui. Vogliamo vincere l’EuroLeague, sollevare il trofeo ACB e conquistare quanti più titoli possibile. Questo è il nostro obiettivo principale. Dove ho giocato in passato, ho avuto – per lo più – successo, e voglio continuare così, oltre a voler continuare a migliorarmi come persona e come giocatore ogni giorno. Questo è ciò che conta di più per me».

SUL SUO RUOLO

«Faccio quello che serve. Quando ero più giovane, giocavo solo come guardia “2”, ma crescendo ho imparato a giocare anche come “1”, quindi ora posso fare entrambe le cose. Posso sia segnare che creare, ed è questo il bello del crescere e maturare».