Kevin Pritchard, president of basketball operations degli Indiana Pacers, di recente ha concesso una lunga intervista a The Athletic.
Ne riportiamo alcuni dei passaggi più significativi.
Sul ‘tanking’:
“Non abbiamo mai usato questa parola nella nostra organizzazione; è una parolaccia… Ma quando ti proietti nel futuro vedi come questi team negli small market vengono costruiti in modo specifico la tua principale risorsa per trovare talenti di alto livello è il draft. E’ importante avere pick alte. Scegliendo dal N.20 in poi, si può fare, ma le probabilità sono sempre contro di te… In uno small market, l’unico modo per ottenere un talento d’élite è attraverso il draft, come è successo ad esempio a Milwaukee. C’è un’enorme differenza tra big e small market, la situazione sta peggiorando invece di migliorare.”
Le cessioni di Paul George e Victor Oladipo lasciano intendere che Indiana non è considerata dai migliori Free Agent.
“Penso che siano tutte situazioni indipendenti. Siamo ossessionati dall’idea di rendere Indiana un ottimo posto per i giocatori. Se guardi, abbiamo acquisito giocatori attraverso le trade, è stato il nostro modo principale di competere e finire tra il quarto e il sesto (nella Eastern Conference). Ecco perché abbiamo attribuito una priorità così alta all’essere un’ottima destinazione e alle cose che possiamo controllare. Abbiamo una fantastica struttura per gli allenamenti, i migliori medici del mondo. Malcolm (Brogdon) ci ha scelto, un rookie of the year ha scelto noi, e si sta trovando bene. Sappiamo di non essere un posto per tutti. Non abbiamo le spiagge, la ‘big city’, ma è un ottimo posto per giocare a basket di fronte a persone che apprezzano davvero quando giochi nel modo giusto. Grandi fan, fan istruiti e ottime strutture. Grazie ai social media i giocatori possono restare rilevanti a livello nazionale anche in uno small market”.
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