Ismael Kamagate, big man francese in forza all’Olimpia Milano, in occasione dell’ultima trasferta a Belgrado ha concesso un’intervista a BeBasket.
Ne riportiamo alcuni passaggi, partendo dal commento sulla sconfitta, una delle rare volte in cui è sceso in campo in Euroleague.
“Si ripete sempre la stessa cosa. Andiamo in vantaggio durante le partite ma poi lo sprechiamo nel finale. Poi proviamo a fare qualcosa per rimediare, ma non sta funzionando nulla. È davvero molto frustrante.
Il big man ha giocato poco più di due minuti.
“È stata una sfida, il coach mi ha fatto entrare subito in campo e ho avuto l’opportunità di sfruttare un’occasione. Purtroppo ho commesso qualche errore difensivo e sono tornato subito in panchina. Ma continuerò ad allenarmi e a tenermi pronto per quando ci saranno altre opportunità”.
Il bilancio del suo inizio di stagione in Italia non sembra positivo rispetto alle aspettative della vigilia.
“Credo che il fatto che i risultati collettivi non siano molto buoni rallenti un po’ tutto. Per il resto, l’ambiente di lavoro è ottimo, ma bisogna vincere le partite. Ora dobbiamo davvero vincere.
Non mi aspettavo di giocare da subito 20 minuti, ma continuo a progredire anche se spesso sono in panchina e non in campo. Posso imparare molto da questo tipo di situazione. Vedremo dove mi porterà”.
Cosa manca per entrare stabilmente nella rotazione di Milano in EuroLeague?
“Direi la costanza. Ci sono volte in cui entro in campo e sono molto bravo, altre volte sono un po’ nella media, altre volte ancora non sono bravo. Ho bisogno di maggiore costanza. Messina penso che ora abbia problemi più importanti da risolvere, ma a volte si prende ancora del tempo per spiegarmi certe cose, per venire a lavorare con me su due o tre cose che potrebbero farmi giocare di più con la squadra”.
In LBA Kamagate sta producendo 7.3 punti con 2.9 rimbalzi in 11 minuti.
“Anche in campionato è la stessa cosa, devo essere più regolare in quello che faccio. Ma è un campionato molto bello, dove tutti possono battere tutti, è un po’ come la Francia da questo punto di vista”
I motivi del suo approdo a Milano e i progressi.
“Innanzitutto, l’opportunità di imparare da giocatori come Kyle Hines, Nicolò Melli, Nikola Mirotic, ecc. Inoltre, lottare per trovare spazio è un qualcosa che non avevo sperimentato a Parigi”.. Una novità per me, è la prima volta che ho un anno come questo nel mondo dei professionisti e mi spinge a dare il doppio di quanto davo prima. Noi tre giovani del gruppo lavoriamo più di tutti ed è normale. A Milano tutto viene adattato in modo da arrivare al top. Ora credo di avere il mio miglior fisico da molto tempo a questa parte. Sono migliorato anche nell’etica lavorativa e nella professionalità, perché diciamo che a Parigi ero ancora un po’ pazzo. E poi i dettagli, soprattutto la cura dei dettagli”.
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