In corso a Sassari la conferenza stampa del presidente della Dinamo Stefano Sardara.
Alcuni passaggi:
Stefano Sardara sul suo impegno: «Umanamente avrei lasciato tre anni fa. I tifosi hanno sempre mostrato il lato bello della Dinamo ed è stato decisivo. Due anni fa non bastava neanche più quello, ma è arrivato il Covid. Non si poteva lasciarla allora, o oggi, sarebbe un disastro. Facciamo un altro anno con la solita passione».
Su Torino: Sono in corso alcune trattative credibili sia per l’A1 che per l’A2. Se andrà a compimento la promozione, ci sarà subito un nuovo proprietario. Se non andrà a compimento, resterò al comando io. Ma serve la territorialità. Uno e trino no».
Su Pozzecco e il professionismo: «Della questione di Gianmarco non voglio parlare. Abbiamo condiviso di averne già parlato abbastanza. Sassari è nell’elite nel basket, ma non siamo l’elite del basket. Non siamo Milano, non siamo Bologna, ma siamo orgogliosi di essere Sassari. Siamo un punto di passaggio per persone motivate, per scommesse (ricordo i musi storti per Pierre e Pozzecco), per elementi che vogliono mettersi in gioco. Ma tutto avviene all’interno di presupposti. Poi succede che Pierre vinca, e cambino i presupposti. Si chiama professionismo. Tutti devono massimizzare i loro interessi»
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