L’Assemblea Generale della FIP è fissata per i primi mesi del 2021, ma lo scontro politico di queste ore potrebbe cambiare e di molto le carte in tavola, sino alla non ricandidatura di Giovanni Petrucci.
Dal 13 febbraio 2018, con la legge denominata dalla stampa “salva Malagò”, il presidente del CONI, e di tutte le federazioni sportive nazionali ad esso associate, non possono svolgere più di tre mandati.
Inserita inizialmente dal ministro di allora Luca Lotti nella Legge di Bilancio di fine 2017, garantiva alla presidenza del CONI un mandato in più (il limite precedente erano due), ma al tempo stesso fissava un tetto massimo per tutte le federazioni associate.
Gianni Petrucci, che è stato presidente della FIP già dal 1992 al 1999, si è reinsediato nel 2013 e rieletto nel dicembre del 2016.
Tuttavia, nella legge-Lotti, essendo già in carica, Gianni Petrucci poteva ricandidarsi nel 2021 ed essere rieletto a condizione di una maggioranza non inferiore al 55%.
Ed entra in gioco la tensione del momento. Come riporta La Gazzetta dello Sport, il Ministro Spadafora nella bozza di 124 pagine della Legge Delega rimescola tutto. Due soli mandati per il presidente del Coni, dunque fine dell’era-Malagò, e tre per i presidenti delle Federazioni associate, senza alcuna proroga o modifica.
Lo scontro è acceso, l’approvazione è tutt’altro che certa, ma così fosse, nel 2021 Gianni Petrucci non potrà ricandidarsi. E la sua era finirebbe qui.
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