Torna il Punto di Sportando dopo la ventiseiesima giornata di LBA Serie A UnipolSai. Si parla di Virtus-Olimpia, ma non solo.
Il derby d’Italia
Che è durato meno di due quarti. Attendibile il verdetto alla vigilia, meno la dimensione dello stesso. E questo è merito delle crescenti certezze virtussine, come emblematico della fase di “scarico” milanese.
In fondo la vittoria di Sergio Scariolo va oltre Daniel Hackett e Toko Shengelia, anche se parte da un’identità di vedute con la dirigenza arrivata con il tempo: «Sono qui per costruire. Volete vincere subito? Bene, queste le condizioni».
E le condizioni sono arrivate dal mercato. Milano, dal canto suo, confermi quella lucidità del dopogara anche dal day-after al via oggi. Sì, si poteva mantenere uno spot libero per il mercato prima dei playoff. Perché un roster a 16 dovrebbe coprire in autonomia infortuni a medio-termine. Perchè aprile offre più scelta di gennaio, a prescindere dall’imprevedibile esplosione del conflitto Russia-Ucraina.
Sì, con Shavon Shields, Sergio Rodriguez e Gigi Datome il biancorosso ha altra brillantezza. Ma in campo ieri c’erano Malcolm Delaney e Ben Bentil, ovvero chi dovrebbe prendere la squadra per mano, e chi si ritrova sulle spalle il post-Mitoglou.
Sì, la Coppa Italia, primo test stagionale, è in bacheca. E, in fondo, Virtus e Olimpia costruiranno il loro reale volto di un’eventuale finale playoff nei prossimi giorni. I playoff di EuroLeague ed EuroCup sono alle porte, sarà quello il terreno in cui seminare reali certezze, o patire soffocanti delusioni.
La Germani Brescia
Da scudetto, perchè 14 vittorie in fila vanno oltre la sorpresa. Sono segnali di grandezza. Di stabile grandezza.
E ora arriva John Brown III. Per essere da semifinale scudetto, per battere Milano o Bologna, non potevano bastare l’esperienza, e le triple di Mindaugas Kuzminskas.
Serviva uno specialista quando la palla è in mano agli altri, un catalizzatore di emozioni agonistiche che infiammi uno dei palazzetti più caldi dello stivale.
John Brown è l’uomo perfetto. Complimenti a patron Ferrrari, e al GM De Benedetto.
La povera Vanoli Cremona
Un anno fa fu il Covid a condannare Cantù. Un anno dopo, gli infortuni spediscono Cremona in A2, a meno di clamorosi colpi di scena.
Sono pene di chi deve vivere di roster corti, punizioni dello sport che fanno la differenza da anni.
Cremona è solo ultima vittima, pesando a quel successo su Treviso che costò gli infortuni di Pecchia e Poeta.
Gente che Cremona non può regalare a Nessuno. Certo che se Dime, su quel rimbalzo…
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