In quattro occasioni, nella sua storia, l’Italbasket maschile ha ottenuto la partecipazione ai Giochi Olimpici attraverso la vittoria di un torneo di qualificazione olimpica. Con il ricordo della magica notte di Belgrado contro la Serbia ancora vivo, gli azzurri ci riproveranno la prossima settimana nella lontana San Juan, a Portorico, in un torneo dove oltre ai centramericani – affrontati tante volte negli ultimi anni – padroni di casa ci saranno anche Bahrein (nel girone della squadra di Pozzecco come il suddetto Portorico), Lituania, Messico e Costa d’Avorio.
Dopo alcune giornate al seguito della Nazionale, tra il Trentino e la vittoriosa trasferta di Madrid, in un’edizione interamente azzurra de Il Punto di Sportando andiamo a guardare ad alcune ragioni per cui essere ottimisti in vista del Preolimpico della prossima settimana, pur essendo consapevoli della difficoltà dell’impegno.
Una squadra diversa (ma pronta) dopo le assenze
Soltanto sei giocatori, dei 12 volati questa mattina oltreoceano, erano parte del gruppo azzurro ai Mondiali di Manila: Spissu, Tonut, Melli, Ricci, Polonara e Pajola. Se allarghiamo lo sguardo ai debuttanti assoluti in una massima competizione FIBA – non considerando quindi le finestre di qualificazione – tre dei volti nuovi affronteranno il loro primo torneo (Bortolani, Caruso e Petrucelli) mentre in tre rientrano in corsa con diversi gradi di esperienze internazionali alle spalle: Abass, Gallinari e Mannion. Palese, quindi, come l’Italia che sarà di scena a Portorico sia una squadra diversa nei nomi rispetto a quella protagonista nelle Filippine e l’assenza di uno dei grandissimi protagonisti degli ultimi anni azzurri in Simone Fontecchio porta naturalmente a pensare a qualcosa di diverso e, legittimamente, ad ambizioni ridotte. È altrettanto vero, però, che nessuno dei presenti è “alieno” a questo gruppo azzurro, che più volte in passato ha saputo dimostrare una celerità nel processo di inserimento dei suoi membri. Per una squadra unita e coesa come un club, che in certi momenti tende a giocare a memoria nei suoi dettami tattici, il gruppo è una forza e più volte abbiamo visto come questo può fare la differenza in una competizione breve.
Un potenziale difensivo maggiore
Quanto l’Italia potrà perdere dal punto di vista realizzativo, non potendo contare sul costante migliore realizzatore delle serate più belle nel triennio 2021-2023, non è qualcosa che porterà necessariamente a diminuire il livello potenziale della squadra. Nelle due amichevoli contro Georgia e Spagna, squadre indubbiamente diverse ma accomunate da una spiccata fisicità e intensità, gli azzurri hanno dimostrato di sapere crescere nel corso dei 40’ leggendo la partita in modo mirabile dal punto di vista difensivo. Se a Trento, contro i georgiani, la svolta è arrivata dopo un inizio a rincorrere gli avversari a Madrid si è vista una reazione ancora più di valore dopo l’ottima fase centrale del match degli spagnoli, più freschi di condizione e ampiamente in controllo tra il secondo quarto e buona parte del terzo. Nelle due uscite di preparazione si sono visti diversi assetti in grado di segnalarsi soprattutto per la difesa sugli esterni con l’ottima intesa ad esempio tra Pajola e Petrucelli. Un duo importante dal momento che consente di poter gestire la presenza di un terzo esterno come Spissu o Mannion, giocatori di livello inferiore ai due sopracitati nella metà campo difensiva (ma da segnalare per aggressività e intensità nell’1c1).
Cosa porta Danilo Gallinari
Chiuso un ideale cerchio azzurro con il rientro contro la Georgia, stessa avversaria dell’infortunio costato la partecipazione a Eurobasket 2022, Mondiale 2023 e un’intera stagione NBA, Danilo Gallinari torna a vivere l’Italbasket con ruolo e responsabilità diverse rispetto al passato. Da vero e proprio sesto uomo in uscita dalla panchina, con minuti divisi tra lo spot di 4 e quello di 5, il Gallo offre una dimensione all’attacco azzurro oltremodo preziosa, in quanto catalizzatore di contatti e di attenzioni delle difese avversarie. Andare in post da lui durante eventuali momenti di difficoltà offensiva e di assenza di ritmo può essere aspetto risolutore di momenti difficili che arriveranno. La condizione mostrata da Gallinari nelle prime due uscite è buona, soprattutto per quanto concerne la capacità di assorbire i contatti fisici: per un giocatore che avrà tanti minuti da 5 questo è fondamentale.
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