Igor Milicic su Il Mattino analizza questa prima parte di stagione per la GeVi Napoli: “Io avevo 14 anni e mi ero già trasferito da pochi mesi a Spalato per giocare nel settore giovanile. Ma la mia famiglia a Slavonski Brod si trovo proprio in zona di guerra. La cittadina fu al centro di scontri feroci, la casa fu distrutta e le mie sorelle e miei cugini scapparono a Zagabria mentre i miei genitori come rifugiati andarono in Danimarca, dove poi le mie sorelle due anni dopo li raggiunsero. E ancora oggi vivono lì”.
“Non avevo mai avuto la possibilità di avere stabilità nel mio lavoro da coach. Mi piace poter costruire, sviluppare la mia idea di pallacanestro. E qui è possibile”.
Quali sono gli obiettivi per questa squadra? “Il progetto prevede un primo anno di assestamento e di salvezza tranquilla, per poi negli anni successivi puntare più in alto. Possiamo arrivarci subito? Preferiamo al momento tenere basso il profilo, perché tutto può cambiare in un attimo. Testa bassa e lavorare”.
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