I Rockets di Ime Udoka: “Parte tutto dalla difesa”

Udoka: "Ogni squadra che ha vinto un titolo NBA di solito ha una difesa tra le prime cinque della Lega....Per me questa è una cosa non negoziabile"

Gli Houston Rockets, attualmente terzi ad Ovest con 12 vittorie in 18 partita, sono una delle sorprese della prima parte della regular season NBA.

In un interessantissimo articolo-intervista di The Ringer, coach Ime Udoka ha parlato della filosofia scelta insieme al suo staff per la fase difensiva.

“La difesa uno contro uno determina il nostro valore… Tutti i cinque giocatori in campo devono vincere il proprio duello, e ogni anello debole viene sfruttato a nostro vantaggio. Tutto nasce da questa filosofia, che ha molto senso sulla carta, ma che è molto faticosa in allenamento. Non ci sono molti schemi. C’è sicuramente molta volontà e desiderio. Ma è anche molto illuminante quando poi si vanno a vedere i numeri degli anni precedenti nelle stesse aree (in cui oggi la squadra eccelle) . Se sei sinceramente stanco di perdere e vuoi cambiare la percezione intorno alla squadra, parte tutto dalla difesa”.

Il team texano cambia praticamente su ogni blocco, ma limita al minimo gli aiuti difensivi, anche in situazioni apparentemente complicate.

L’analisi di Michael Pina.

“In questo sistema è impossibile non essere ‘autosufficienti’. Mentre la maggior parte delle squadre si preoccupa di evitare situazioni difficili, i Rockets sono relativamente allergici ai raddoppi. Aiutare significa salvare, e Udoka chiede essenzialmente ai suoi giocatori di salvarsi da soli. Questo è sia rischioso che molto faticoso dal punto di vista mentale. Houston cambia molto, ma non crede nei mismatch. Ciò significa che ogni Rocket deve conoscere a menadito tutte le tendenze dell’avversario di turno. Ciò richiede un’enorme quantità di decisioni da prendere spesso in poche frazione di secondo, ancora e ancora e ancora. I Rockets sono giovani e imperfetti, ma finora hanno acquisito e condiviso una fiducia di base nella capacità reciproca di non farsi battere dal proprio uomo, di provocare e poi contestare tiri difficili”.

In questo modo il team sfrutta al meglio l’atletismo diffuso nei tanti giovani presenti nel roster, tanto da risultare la seconda miglior difesa NBA dietro i Thunder. Inoltre VanVleet e compagni grazie a questa particolare strategia costringono gli avversari a provare a batterli 1 vs 1, concedendo quindi meno assist di chiunque altro. Ovviamente con una particolare attenzione al tiro dalla lunga distanza.

“Tutti i nostri schemi sono pensati per fermare il tiro da 3”, spiega Udoka. “Se riusciamo a cambiare sempre e a far uscire le squadre dai loro schemi, a tentare di batterci in uno contro uno, il numero di tiri e di punti concessi dalla lunga distanza non potrà che scendere….Ogni squadra che ha vinto un titolo NBA di solito ha una difesa tra le prime cinque della Lega….Per me questa è una cosa non negoziabile”.

Questa notte i Rockets possono diventare la seconda squadra a raggiungere i Playoff nella NBA Cup.