Herman Mandole, tecnico argentino della Pallacanestro Varese, ha affrontato con calma e determinazione il momento positivo della squadra, reduce dalle prestigiose vittorie contro Virtus Bologna e Olimpia Milano. L’intervista evidenzia il suo approccio alla crescita del team, alle critiche e alla vita in una città innamorata del basket.
Il percorso di crescita difensiva e l’importanza del ritmo
«Contro l’Olimpia nell’ultima partita abbiamo migliorato delle cose di cui avevamo parlato tanto e su cui abbiamo lavorato ancora di più. È per me il terzo anno qui a Varese (prima era l’assistente di Brase ndc) e posso dire con certezza che questa è la stagione in cui stiamo crescendo di più in difesa. Ma c’è ancora tanta strada da fare. Dobbiamo essere più presenti a rimbalzo e alzare sempre di più la pressione. Non siamo una squadra fisica e se il ritmo della partita non è altissimo diamo dei vantaggi evidenti agli avversari».
Il rapporto con i tifosi e il peso delle sconfitte
«Alleno e sono in una città che vive in simbiosi con la sua squadra di pallacanestro. Quando accompagno mio figlio all’asilo se abbiamo vinto è un susseguirsi di abbracci e complimenti, se abbiamo perso mi guardano un po’ di traverso. Mi piacerebbe essere, in quei momenti, solo un papà. Mi rendo però conto che è difficile. Cerco anche di tenermi lontano dal puro concetto di vittoria o sconfitta. Però nello sport si deve fare i conti con le classifiche ed i numeri»
Mannion è il passato, focus su Iibrizzi e Sykes
«Non ho mai pensato male di Mannion per il suo passaggio a Milano. Questo ha accelerato la crescita di Matteo Iibrizzi, che sta facendo molto bene, e ci ha portato a puntare su Sykes. Non mi piace voltarmi indietro, penso solo all’allenamento di oggi e alla trasferta contro Reggio Emilia.»
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