Vincenzo Guiducci, medico sociale della Unahotels Reggio Emilia, ha parlato a Linda Pigozzi de La Gazzetta di Reggio del focolaio che ha colpito la Reggiana.
Sono 12 i contagiati nel team.
Queste le sue parole.
Tamponi di giovedì dopo positività di Baldi Rossi.
Giovedì tutto il gruppo ha svolto tamponi antigenici e molecolari. La Pallacanestro Reggiana li ha fatti privatamente e non sono state intasate le liste d’attesa pubbliche. Tutti i test e i tamponi hanno dato esito negativo. Gli allenamenti sono stati tutti differenziati, senza il minimo contatto. Ci siamo mossi subito e ritengo sia stata una scelta illuminata.
Sabato.
Sin dal mattino presto il telefono ha iniziato a squillare. Molti giocatori presentavano febbre sotto i 38° e in alcuni casi la febbre era anche più alta. Ci venivano poi segnalati sintomi come mal di gola e mal di testa. Tutti presentavano dolore alle ossa. Mentre attendevamo i risultati dei tamponi, ci siamo resi conto che eravamo davanti a un caso di potenziale infezione generalizzata.
Come è nato il focolaio.
Il basket è uno sport di contatto. Tengo a sottolineare che sono state adottate tutte le misure previste affinché non si arrivasse al contagio. Sono tutti bravi ragazzi, molto scrupolosi e coscienziosi. La realtà è che ci troviamo di fronte a un virus estremamente contagioso. In vent’anni mai ho visto un virus con questa contagiosità.
Test da fare alla guarigione.
Bisogna rifare completamente l’idoneità sportiva. Non solo: bisogna effettuare anche una Tac al torace e il test per il massimo consumo d’ossigeno questo perché bisogna certificare che il virus non abbia danneggiato i polmoni, né la capacità respiratoria.
Tempo richiesto.
Circa due settimane. Non si ritornerà al livello di precampionato, ma quasi. Si dovrà lavorare per recuperare la forza muscolare e la capacità atletica.
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