Gregg Popovich, leggendario coach dei San Antonio Spurs, ha concesso un’intervista a L’Equipe per parlare del suo gioiello Victor Wembanyama.
“Sanno tutti che ha talento, ma non conta solo quello… Il primo titolo di Michael Jordan è arrivato al settimo anno. Nikola Jokic ha appena vinto il suo primo anello, e gli ci sono voluti otto anni.
Abbiamo tutto il diritto di sperare che le cose vadano più velocemente per Victor, ma non si possono saltare le tappe….Ci vuole tempo per costruire una squadra. Se fosse così facile, ogni anno ci sarebbe un campione diverso. Negli ultimi vent’anni siamo rimasti con la stessa organizzazione, il nostro ciclo di successi è stato lungo, si è protratto su tre decenni. A un certo punto, bisogna ricominciare da zero. Ecco dove siamo oggi”.
Nei suoi primi mesi in NBA l’asso francese ha confermato di avere doti senza precedenti per un giocatore di oltre 220 centimetri.
“Quello che è davvero entusiasmante di Victor è che ha un temperamento e un carattere come quelli di Tim Duncan. È facile allenarlo, non è come quei giovani che spesso pensano di sapere tutto. È sicuro delle sue capacità, ma è disposto a imparare e ad ascoltare e sa come gestire sia gli aspetti positivi che quelli negativi….
Sul suo ruolo in campo.
“A volte gioca al centro e molti lo considerano tale perché è il più alto in campo, ma al giorno d’oggi non esistono più i classici playmaker o centri. Tutto è intercambiabile. Può capitare di vedere Victor che attacca in isolamento dalla posizione di ala, in post, o coinvolto in un pick and roll centrale. A volte è lui a portare la palla dopo un rimbalzo. In campo fa qualsiasi cosa, ed è proprio quello che mi aspetto da lui. Perchè lo vuole e ha le capacità per farlo”.
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