Ad un giorno dal derby contro Palermo, microfoni accesi per il direttore sportivo della Fortitudo Agrigento, Cristian Mayer. L’andamento della sua “Effe”, le partite senza pubblico e tanto altro.
“L’avvio di stagione? Sono contento. Eravamo partiti ancora meglio nella preseason, poi il Coronavirus ci ha obbligati ad uno stop lungo. Una squadra nuova come la nostra se ha una battuta d’arresto di 20 giorni la paga a caro prezzo. Siamo rimasti indietro, ma adesso tutto sembra andare meglio e sono contento. Sono certo – dice Mayer – che possiamo dare di più”.
Le promesse della Fortitudo, giovani che tanto possono dire in questo campionato. Ecco il parere di Mayer.
“Di una cosa sono sicuro, ovvero che i miei giovani, quelli scelti in estate, possono dire e dare ancora tanto. Devono convincersi delle loro qualità. Nessuno di loro sa ancora qual è e noi dobbiamo essere bravi a convincerli ogni giorno. L’allenamento, l’approccio con loro, è un processo lungo ma si deve avere pazienza, ne giova tutto il movimento”.
Insieme ai giovani della Fortitudo Agrigento anche tanti leader. Ecco il parere del nostro ds.
“Dobbiamo essere bravi a ricreare un nuovo equilibrio. Con l’inizio del nuovo ciclo abbiamo perso tanti giocatori, molti di loro erano dei leader. Subire uno scherzo da un compagno e non arrabbiarsi, anche questo è un comportamento da leader. C’è un gap che deve essere colmato, siamo sulla buona strada. Si deve ricreare un nuovo equilibrio”.
E sul campionato di serie B, Cristian Mayer la pensa così.
“Potrei fare tante lamentele, ma preferisco di no. Mi riallaccio i al pensiero di coach Ettore Messina. Lui dice sempre che ci vogliono i campionati adatti per far crescere i giocatori giovani, serve tempo. Si devono formare. L’America, ad esempio, sfoggia sempre talenti. Perché? Investono sui giovani, sulle loro potenzialità. Tutto questo, ovviamente, ha un costo notevole. Noi, forse, in Italia non siamo pronti. Molti presidenti non hanno voglia di investire sui giovani. Io e Gabriele Moncada stiamo vivendo la serie B, come un processo di crescita per i nostri ragazzi. Occorre che la collettività, ma anche imprenditori abbiamo voglia di investire sul basket. Occorrono idee, ma anche passione. Ogni genitore dovrebbe pensare che può essere utile per i propri figli, perché spesso lo sport salva la vita”.
I giorni del Covid ed i palazzetti vuoti. Che basket stiamo vivendo?
“E’ un basket strano. Il fattore campo si è completamente azzerato. Spesso la pressione ti fa rendere meglio. Non è facile giocare senza pubblico, la tensione che ti dà un palazzetto pieno è impagabile. Emozione che ti aiuta, spesso, a vincere le partite, ma anche ad avere un ritmo diverso. Non è facile, spero finisca presto”.
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