Gianluca Gazzoli, testimonial della Frecciarossa Final Eight, si apre a Francesco Gottardi su “Il Foglio”, parlando del suo legame con la pallacanestro a 360°: “Mi fa impressione quando i ragazzi mi fermano per strada trattandomi come un giocatore. Ma allo stesso tempo rivedono in me loro stessi, l’amico di sempre che fa qualcosa di pazzesco. Ho iniziato a occuparmi di basket nel 2010, chiedendomi perché non venisse raccontato in modo diverso. Eppure, si tratta dello sport più trasversale in assoluto: ruota attorno alla musica, alla moda, all’underground. Può parlare davvero a tutti. La palla a due non è che un pretesto, a partire da questo weekend”.
A proposito di Coppa Italia, Gazzoli sottolinea l’importanza di questa competizione: “La Final Eight di Coppa Italia è una grandissima realtà. Nel 2019 finirono pure sul New York Times come evento sportivo europeo di riferimento. Un format avvincente, in partita secca dai quarti alla finale. Cinque giorni in cui può succedere di tutto. Il basket dal vivo rende molto più che in tv: è una festa, sarà così anche stavolta, nonostante le restrizioni”.
Qualche spunto venuto fuori dai quarti di finale? “Mi ha molto colpito Brescia, Della Valle è un trascinatore e sono contento che abbia ritrovato la sua forza. Ma da tifoso Olimpia spero nella prevedibilità. E magari in una rivincita con la Virtus Bologna di Belinelli, altro mio caro amico”.
Gianluca Gazzoli, testimonial della Frecciarossa Final Eight, si apre a Francesco Gottardi su “Il Foglio”, parlando del suo legame con la pallacanestro a 360°: “Mi fa impressione quando i ragazzi mi fermano per strada trattandomi come un giocatore. Ma allo stesso tempo rivedono in me loro stessi, l’amico di sempre che fa qualcosa di pazzesco. Ho iniziato a occuparmi di basket nel 2010, chiedendomi perché non venisse raccontato in modo diverso. Eppure, si tratta dello sport più trasversale in assoluto: ruota attorno alla musica, alla moda, all’underground. Può parlare davvero a tutti. La palla a due non è che un pretesto, a partire da questo weekend”.
A proposito di Coppa Italia, Gazzoli sottolinea l’importanza di questa competizione: “La Final Eight di Coppa Italia è una grandissima realtà. Nel 2019 finirono pure sul New York Times come evento sportivo europeo di riferimento. Un format avvincente, in partita secca dai quarti alla finale. Cinque giorni in cui può succedere di tutto. Il basket dal vivo rende molto più che in tv: è una festa, sarà così anche stavolta, nonostante le restrizioni”.
Qualche spunto venuto fuori dai quarti di finale? “Mi ha molto colpito Brescia, Della Valle è un trascinatore e sono contento che abbia ritrovato la sua forza. Ma da tifoso Olimpia spero nella prevedibilità. E magari in una rivincita con la Virtus Bologna di Belinelli, altro mio caro amico”.
Infine un’analisi sulla comunicazione cestistica in Italia: “Da una parte ci sarà sempre un Flavio Tranquillo che analizza con grande maestria, o un contenuto audiovisivo di qualità pura come ‘The Last Dance’. Dall’altra, cazzeggio e aneddoti fanno il gioco di uno storytelling più ampio e condiviso. Ogni giorno cerco di aprirmi a nuove persone: se qualcuno compra una maglia grazie ai miei racconti, missione compiuta. Dati precisi non li ho. Ma mi arrivano nette sensazioni di una community sempre più ampia, complice anche un comparto calcio un po’ pigro. La comunicazione nel basket è di un altro livello. Quando Milano ha perso in malo modo l’ultimo scudetto o l’Italia è uscita dalle Olimpiadi, tutti i campioni hanno lasciato su Instagram un pensiero profondo, ispiratore. Per i calciatori è qualcosa di impensabile: due righe cliché, un aforisma a caso. E arrivederci”.
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