Dieci vittorie in altrettante partite, quasi 85 punti realizzati di media a partita, (che in casa diventano poco meno di 87), poco più di 67 subiti (che di fronte al proprio pubblico diventano 63.8), 38.5 rimbalzi di media a gara (secondo posto nella speciale classifica) e una valutazione media di 106.0: bastano queste cifre a spiegare il dominio totale dell’Olimpia Milano nel campionato italiano, che dopo un terzo della regular season è guidato in lungo e largo dalla formazione guidata da Ettore Messina.
Tornare a cucire il tricolore sulle maglie biancorosse è un obiettivo mai celato della dirigenza meneghina, che nel corso dell’estate ha rivoluzionato il proprio roster ben più di quanto si potesse attendere e di quanto i risultati raggiunti nella scorsa stagione (vittoria della Supercoppa italiana e della Coppa Italia, finale scudetto persa con la Virtus Bologna e semifinale della Final Four di EuroLeague persa all’ultimo tiro con il Barcelona) potessero far immaginare.
Per ambizioni della propria dirigenza, tradizione e aspettative, l’Olimpia è destinata a lottare per il primo posto, incapace di potersi accontentare di traguardi parziali, per quanto prestigiosi. E così la stagione 2021-2022 è nata all’insegna di un nuovo corso, in cui gli unici comuni denominatori sono la conferma di Ettore Messina in panchina e la lunghezza del roster voluto dall’allenatore siciliano, costruito con pazienza e scelte mirate e rafforzato nelle ultime settimane dall’arrivo di Tommaso Baldasso, arrivato alla corte di Messina con l’obiettivo di non far pesare l’assenza di Moraschini, e di Benjamin Bentil, chiamato a sopperire allo stop dell’infortunato Mitoglu.
Oltre al già citato Moraschini, fermato dal Tribunale Nazionale Antidoping dopo la positività riscontrata all’inizio del mese di ottobre, sono sette le pedine del roster biancorosso che vestivano la maglia dell’Olimpia anche nella scorsa stagione, pedine di cui coach Messina non ha voluto assolutamente disfarsi. Tra di loro ci sono giocatori di grande esperienza come Kyle Hines e Gigi Datome, atleti di grande energia come Kaleb Tarczewski, giocatori in grado di garantire un alto livello di intensità come Paul Biligha e, soprattutto, tre fuoriclasse assoluti come Malcolm Delaney, Sergio Rodriguez e Shevon Shields, che a oggi è senza dubbio il più credibile candidato al premio di MVP del campionato.
Decidendo di lasciar partire diversi protagonisti dell’ultima stagione, l’Olimpia ha scelto giocatori affamati, che potessero sposarsi al meglio con le caratteristiche di gioco della squadra. Risposte assolutamente positive sono arrivate da Devon Hall, tiratore micidiale che ha mostrato anche ottime attitudini nel ruolo di playmaker, dal già citato Kostas Mitoglu e da quei giocatori italiani che Milano ha cercato con grande caparbietà, ovvero Nicolò Melli, tornato in Itaia dopo l’esperienza compiuta in NBA, e Giampaolo Ricci, arrivato all’ombra del Duomo dopo aver vestito i gradi di capitano della squadra campione d’Italia.
Accanto a questi giocatori, alcuni dei nuovi arrivi sono ancora alla ricerca della propria dimensione: è il caso di Jerian Grant (16′ di utilizzo in campionato che però diventano meno di 10 in EuroLeague), di Troy Daniels (solo 4 gare disputate in LBA) e Davide Alviti, impiegato meno di 7′ di media con un fatturato minimo di 2.0 punti a partita. Riuscire a ritagliarsi il proprio spazio in presenza di una rosa così lunga e così ricca di talento è complicato per tutti. L’Italia e (soprattutto) l’Europa chiamano e l’A|X Armani Exchange vuole rispondere presente: l’unico modo per riuscire a farlo è che tutti gli uomini del roster diano il proprio contributo, assecondando le aspettative di chi ha dato loro il modo di vestire una delle maglie più prestigiose e importanti del panorama cestistico continentale.
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