Gandini: Riportare lo sport al centro dell’agenda Paese

Credit: Ciamillo & Castoria
Credit: Ciamillo & Castoria

Il presidente di LBA: Lo sport non dovrebbe essere considerato un semplice svago o una forma di intrattenimento, bensì un comparto strategico che, in quanto tale, richiede l’attenzione e il sostegno delle politiche pubbliche. 

Il Presidente della Lega Basket Serie A Umberto Gandini ha partecipato al Think Tank Quotidiano dell’Osservatorio economico e sociale “Riparte l’Italia”  sul tema: ‘Riportare lo sport al centro della agenda Paese. L’importanza economica e sociale oltre l’aspetto agonistico”.

FONTE

L’Osservatorio si propone di raccogliere e diffondere alla opinione pubblica idee e ricerche per contribuire alla ripresa del nostro Paese a seguito dell’emergenza sanitaria e della crisi energetica. Per questo ha creato Think Tank Quotidiano, dove ogni giorno vengono pubblicati e condivisi contributi che possono aiutare a superare la crisi in atto. Di seguito il testo integrale dell’intervento del Presidente di LBA.

 

“Lo sport rappresenta un elemento fondamentale di qualsiasi società, in grado di influenzare positivamente numerosi aspetti della vita di un Paese. Oltre alla sua dimensione agonistica, è cruciale riconoscerne la rilevanza economica e sociale.  Lo sport non dovrebbe essere considerato un semplice svago o una forma di intrattenimento, bensì un comparto strategico che, in quanto tale, richiede l’attenzione e il sostegno delle politiche pubbliche.

La strategicità dello sport è certificata dai numeri. Secondo il più recente studio dell’Istituto del Credito Sportivo “Il PIL dello Sport”, nel 2019 la filiera italiana dello sport raggiunge un valore aggiunto di quasi 25 miliardi di euro, pesando per l’1,37% del PIL Nazionale. Come ricorda The European House Ambrosetti, attraverso una elaborazione su dati dell’ICS e dell’ISTAT, la filiera sportiva contribuisce al PIL italiano anche in modo più significativo di tante altre filiere nazionali, come l’automotive e gli altri mezzi di trasporto (22,5 miliardi), il tessile e l’abbigliamento (15,2 miliardi) e la farmaceutica (10 miliardi).

Durante la pandemia da Covid-19, sullo sport così come su ogni comparto industriale del Paese, si è acceso un faro con il Governo allora in carica chiamato, all’interno di un flusso normativo senza precedenti, a dare risposte alle emergenze che si sono via via manifestate. Va detto che, nonostante i numeri, lo sport ha beneficiato di forme di sostegno in misura più contenuta rispetto ad altri settori. Le misure adottate hanno comunque permesso la sopravvivenza a società e associazioni sportive che, in assenza di provvedimenti, non sarebbero state in grado di superare un periodo di crisi così lungo e profondo.

Una delle misure che si è rivelata più efficace – e sulla quale sono state avanzate numerose richieste al Ministro Abodi e al Governo perché assuma carattere strutturale – è stata senz’altro il credito di imposta sulle sponsorizzazioni sportive. La misura è stata introdotta nel 2020 con lo scopo di incentivare gli investimenti in campagne pubblicitarie e di innescare un circolo virtuoso in cui l’attività di promozione potesse contribuire all’economia locale e all’occupazione.

La pandemia ha dunque evidenziato l’importanza degli interventi pubblici. Ora che l’OMS ha dichiarato la fine dell’emergenza, è fondamentale mantenere acceso quel faro di attenzione sul comparto dello sport. E questo è il punto nevralgico. È necessario che lo sport, inteso appunto secondo una logica industriale, venga posto al centro dell’agenda politica del nostro Paese. E questa necessità trova fondamento in diverse ragioni. Perché lo sport è motore economico, perché dà occupazione a migliaia di famiglie, perché è uno strumento sociale potentissimo. E, non da ultimo, perché lo sport è una componente essenziale del benessere fisico.

L’auspicio è che il Governo possa tracciare una politica in tema di sport che abbia una visione di sistema, con una strategia di lungo periodo. Allo sport serve respiro lungo, così come misure strutturali a supporto. E soprattutto ha necessità di uscire dal perimetro strettamente agonistico per coinvolgere e dialogare trasversalmente con l’economia e con la società”.