Il presidente della Lega Basket Serie A Umberto Gandini ha partecipato oggi allo ‘Sport Leaders Forum’, un incontro tra i manager e gli imprenditori della sport industry italiana. Con lui, a rappresentare il mondo dei canestri, sono intervenuti anche il presidente del Consorzio Universo Treviso Piergiorgio Paladin, il presidente dell’Openjobmetis Varese Marco Vittorelli e il presidente del Banco di Sardegna Sassari Stefano Sardara. Il tema di giornata era l’evoluzione del consumo e della comunicazione del prodotto sportivo post-pandemia e ai tempi dei social media.
Paladin ha parlato dell’attività del Consorzio (composto da 147 aziende) e della volontà momentanea di non dotarsi di un palazzetto di proprietà: “È stata fatta una ricerca per capire come autosostenersi una propria struttura. Questa dovrebbe essere di almeno 10.000 posti, dovrebbe fare entertainment e avere un’attività a se’ stante”.
Vittorelli, invece, dopo aver approfondito il recente allargamento a una gestione multiproprietaria della Pallacanestro Varese, ha parlato dei lavori in corso all’Enerxenia Arena: “Oltre a un riammodernamento dell’interno della struttura, il CONI ha autorizzato il progetto di ristrutturazione della parte esterna del palazzetto che non era stata finita nel 1990. Questo si aggiunge ad un allargamento delle tribune di 500 posti, ad un museo della pallacanestro e a 10 skybox da utilizzare anche durante la settimana. L’idea è di utilizzare il palazzetto 7 giorni su 7 per riqualificare l’intera”.
Sardara ha ampliato le sue riflessioni all’importanza delle squadre come aziende e dell’intero sistema sportivo: “Anche i club più virtuosi nello sport possono arrivare fino ad un certo punto. Poi se non cresce l’intero sistema si arriva a un tetto e batti la testa. Le istituzioni, sportive e non, devono unirsi alle leghe e ai club per far avanzare l’intero settore e vedere lo sport come un valore da coltivare”.
Gandini si è soffermato sui diversi modelli che caratterizzano le proprietà dei 16 club nella Lega Basket Serie A: “Ho il piacere di presiedere una Lega con 16 società che raappresentano una totalità degli esempi di proprietà: imprenditori, mecenati, consorzi che rappresentano la territorialità di questo sport. Il mio primo impegno è quindi quello di far combaciare gli interessi di realtà agli antipodi dal punto di vista delle aspettative. C’è chi ha l’obiettivo sportivo come primario e chi invece ha una chiara e definita rappresentatività del territorio. Quello che un po’ manca ancora e su cui stiamo lavorando è la consapevolezza che dobbiamo fare sistema per essere davvero un movimento. Lo sport, inteso come settore produttivo, deve avere un dialogo con le istituzioni e le autorità”.
“Noi stiamo cercando di migliorare il prodotto e il plauso va comunque alle proprietà dei club perché il prodotto basket in Italia è cresciuto, anche grazie ai recenti successi della Nazionale. Ora dobbiamo lavorare per migliorare la partecipazione live della gente nei nostri palasport anche se non abbiamo molta possibilità di intervento perché giochiamo quasi sempre in arene di proprietà pubblica”.
“Al contempo – ha concluso Gandini – dobbiamo è allargare la nostra incidenza e attrattività sfruttando tutti gli strumenti che il digitale ci mette a disposizione creando una forma di comunicazione diversa e aperta al dialogo e al sistema. Tutti gli sport hanno un’audience televisiva che sta invecchiando e la soglia di attenzione della Generazione Z è bassissima. Perciò dobbiamo essere bravi a catturare i giovani con prodotti diversi dalla frequentazione live dell’evento e generati da club, leghe e fans. Quest’anno abbiamo organizzato una bellissima edizione di Final Eight a Milano, ovviamente con zero pubblico per la emergenza sanitaria e pensando a un prodotto costruito interamente per la televisione. Il nostro sforzo è stato apprezzato ma è rimasto circoscritto al nostro ambiente: ora dobbiamo continuare a lavorare per allargare la nostra platea aumentando la visibilità del campionato e dei suoi personaggi.”
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