Diego Fumagalli, team manager della Pallacanestro Cantù, ha parlato della stagione che si è da poco conclusa con la retrocessione in Serie A2.
Questo un estratto a La Provincia di Como.
“Anche stavolta non è stata una stagione normale. Anzi, è risultata pesante per tutti. Lo dico pensando pure a quello che ho sentito dai colleghi delle altre squadra” dice Fumagalli.
“Covid? Forse non siamo stati i primi, perché qualche caso ci fu a Varese. Di sicuri siamo stati i primi ad avere un focolaio. Ricordo bene quando si cominciò con Smith, anche perché era il mio compleanno. Poi il derby, l’arcinota questioni dei tamponi andati persi e tutto quello che ne è derivato. Il primo focolaio ci ha penalizzato pesantemente. Poi per non farci mancare nulla, abbiamo vissuto questa situazione moltiplicata per tre. Con le tanti conseguenze del caso” aggiunge il dirigente.
“La dose di jella avuta è stata bella pesante. E penso a tutto: dal Covid alle partite perse nel finale. Se qualcosa ci doveva andare male, ci è andata sempre male. Prendete il tiro della discordia di Leunen contro Trento. Ci penso ancora adesso. E non è l’unico rammarico: ci sarebbe bastata forse una situazione girata a nostro favore su cinque” continua Fumagalli.
“Serie A2? Non l’ho mai provata, sarebbe una sfida nuova. E se proprio sarà, la faremo. Ma che nessuno, me per primo, pensi di fare le cose in maniera diversa o meno professionale. Siamo sempre la Pallacanestro Cantù, una storia che va onorata”.
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