Due gare, dal finale analogo ma con percorsi differenti. La prima serata delle Frecciarossa Final Eight va in archivio senza sorprese e una crescita del 10% delle presenze alla Inalpi Arena di Torino.
In attesa di una seconda giornata che potrebbe dare anche maggiori spunti, andiamo con quattro rapidi commenti, squadra per squadra.
Olimpia Milano, se difendi tutto cambia
Acqua calda: se difendi, se aggredisci, puoi correre e andare a canestro più facilmente, costruendo certezze a partita in corso. Concedendo tanto, attaccando da centrocampo e lasciando passare secondi prima di entrare nel gioco, ecco che tutto si complica.
Questa è l’Olimpia Milano dal giorno 1 dell’era Messina, ma che quest’anno in difesa è stata più che altro “intenzione”, non certo “atto”. Con Trento però i biancorossi hanno approcciato bene, aggredendo subito, mettendo i “corpi addosso” anche quando in attacco le cose non giravano.
Poi il team si è sciolto, ha corso, e ha prodotto. E Ettore Messina ha potuto ben ruotare 11 dei 12 uomini a disposizione. Note: Poythress non giocherà queste Final Eight a meno di infortuni, McGruder al momento non verrà tesserato in LBA.
Aquila Trento, il peso di una lunga stagione
A pensarci, che una squadra di EuroCup al 14 febbraio abbia giocato 39 gare è sorprendente. Anche se il calendario lo abbiamo sott’occhio da tempo.
Questa non è la giustificazione di Paolo Galbiati, ma un dato di fatto: «Da agosto non ci siamo visti per 9 giorni». E in effetti la Trento che va in campo a Torino è stanca. E nel primo quarto, non mandando a canestro alcuni buoni tiri, non riesce neanche a trovare fiducia.
Poco da dire, lo stop di Quinn Ellis è stato molto pesante per l’Aquila. Ora dovranno essere ricostruite certezze e gerarchie, e senza l’Europa da fine mese potremmo vedere una Trento ben diversa.
Reyer Venezia, Rayjon Tucker può essere il volto di Torino
Alle spalle “solo Pistoia”, davanti un ostacolo come Milano, però Rayjon Tucker può davvero essere il “volto” di queste Final Eight di Torino.
Intanto il personaggio della prima serata è la guardia della Reyer Venezia, 23 punti in 32’ con 8/14 dal campo e 8 rimbalzi. Dal vivo, parliamo di un giocatore dal fisico impressionante, massiccio, eppure sempre in volo. Con grande naturalezza.
Prospetto NBA? Forse, intanto da EuroLeague, ma questo è un discorso che faremo in estate. Ora stiamo al presente. E l’ex Trojans di Little Rock si inserisce in un contesto dove i lunghi fanno il vuoto e Kabengele spacca ancora di più la partita.
Venezia quest’anno non è piaciuta per continuità, soprattutto in Europa. Con l’Olimpia arriva un esame, da questo punto di vista, molto importante. Se non definitivo. Più che il risultato, ovviamente, conterà la prestazione.
Estra Pistoia, una resa con onore
Pistoia, cenerentola di queste Final Eight, si è presentata con Varnado a mezzo servizio. In campo ha poi avuto 7 punti dalla coppia Hawkins-Willis.
Eppure è rimasta in partita sino a metà quarto quarto, giocando un ottimo primo tempo, e costringendo la Reyer a cambiare totalmente marcia a livello offensivo nella ripresa.
C’è quel 52-35 a rimbalzo che dice molto, ma in fondo la statistica è il 10/21 dalla lunetta.
Resa assolutamente onorevole, e Brienza giustamente sottolinea: «Se vi avessi detto ad agosto che oggi saremmo stati qui, mi avreste dato dell’ubriaco». Noi di Sportando per primi, visto il come sempre “illuminato” Power Rankings di inizio stagione.
Brava Pistoia, e non finisce qui.
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